Lo spazio del demiurgo: gli studi d’artista in un angolo di Palazzo Madama

Come si legge sul sito dell’ufficialissimo Istituti Enciclopedico Treccani, nell’antica Grecia, il demiurgo era “artigiano libero in contrapposizione allo schiavo. Il termine è usato da Platone nel Timeo con il significato di artefice dell’universo, principio dell’ordine cosmico. Il suo operato consiste nel conferire ordine e misura a una materia preesistente, prendendo a modello le idee o forme eterne, anch’esse indipendenti dal demiurgo. Il demiurgo dà così origine all’anima del mondo, alla parte immortale dell’anima umana e alle altre divinità, affidando a queste ultime il compito di creare i corpi”.
Non vogliamo essere improvvisamente troppo colti ma una citazione simile era necessaria per spiegare la nuova iniziativa che è stata inaugurata in settimana a Palazzo Madama. Ormai siamo abituati alla ricchezza degli eventi del centralissimo museo torinese, questa volta però il titolo non è molto Pop.
Si tratta di una mostra fotografica, dal titolo importante “Lo Spazio del Demiurgo” che nasce da un progetto di Agarttha Arte a cura di Adele Re Rebaudengo.
Con il sostegno di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, fino al prossimo 7 giugno 2015, Palazzo Madama ospita nelle due piccole sale barocche di Piccola Guardaroba e Gabinetto Cinese, una mostra fotografica dedicata a opere di Sarah Moon, Pino Musi e Marco Maria Zanin sul tema delle case museo di artisti tra Otto e Novecento.

La prima sala è dedicata a Casa Mollino a Torino, specchio del gusto eclettico di Carlo Mollino, architetto, designer, scenografo, fotografo e scrittore che allestisce la sua casa d’artista tra il 1960 e il 1968.
Le immagini presentate nella seconda sala ritraggono Palazzo Pesaro Orfei a Venezia, un edificio rinascimentale acquistato alla fine del XIX secolo da Mariano Fortuny y Madrazo, originario di Granada, pittore, scenografo teatrale, fotografo e disegnatore di stoffe, che nel palazzo veneziano stabilì un primo studio nel 1898, poi ampliato negli anni successivi fino a divenire uno dei più importanti atelier per la creazione e la stampa di abiti e tessuti d’arredamento.
Le due case museo, oggi entrambe aperte al pubblico, hanno ispirato il lavoro di Pino Musi e Marco Maria Zanin e di Sarah Moon per questa piccolo percorso che pone l’attenzione non solo su personaggi eclettici ma sulla loro personalità attraverso il luogo in cui creavano ovvero la loro casa/atelier. A dimostrazione che per un’artista lavoro e vita privata erano assolutamente indistricabili.
In aggiunta, sono esposte in vetrina in Piccola Guardaroba le immagini di Pino Musi – dagli edifici classici di Roma antica alle realizzazioni di Andrea Palladio, dai palazzi anni Venti e Trenta di Napoli alle creazioni di Le Corbusier e Mario Botta – mentre alle pareti della stessa sala sono
presentate le stampe fotografiche e le polaroid del giovane Marco Maria Zanin, vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte 2014.
In Gabinetto Cinese sono riunite le immagini di Sarah Moon: negli anni settanta modella e fotografa di moda a Parigi e Londra, poi fotografa d’arte, interessata in modo particolare al tema dei palazzi antichi e a quello dei Cabinets de curiosité e delle collezioni naturalistiche di Sei e Settecento, molte delle quali oggi confluite nei musei e oggetto di sue importanti rassegne fotografiche.
“Artigiano libero in contrapposizione allo schiavo”: mai definizione è più corretta per definire questo piccolo percorso ma che ha il pregio di far vedere la libertà creativa. In versione casalinga.
Lo Spazio del Demiurgo Mariano Fortuny y Madrazo e Carlo Mollino nella visione fotografica di Sarah Moon e Pino Musi, con un intervento di Marco Maria Zanin.
Fino al 7 giugno 2015 Sale Piccolo Guardaroba e Gabinetto Cinese Palazzo Madama, Torino Per informazioni: sito di Palazzo Madama
Giulia Copersito