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24 Gennaio 2003: Torino piangeva la morte di Gianni Agnelli

Da Alessandro Maldera

Gennaio 24, 2015

24 Gennaio 2003: Torino piangeva la morte di Gianni Agnelli

«A Torino si va a letto presto, ci si alza presto e il lavoro è una cosa seria».

Questa era l’ immagine che l’ Avvocato aveva della sua, della nostra, città, l’ antica capitale del Regno, aveva un nuovo re, ma non era più un Savoia.

Giovanni Agnelli divenne principale azionista dell’ azienda di famiglia nel 1945, alla fine di una tremenda guerra a soli 24 anni, conflitto che distrusse buona parte degli impianti produttivi dell’ azienda, guerra a cui partecipò di persona e che gli valse una ferita alla gamba che ne caratterizzò tutto il resto della sua vita.

«Qui esistono solo due possibilità: o il presidente lo faccio, o lo fate voi».

Questo fu il quesito che il dottor Valletta pose al giovane Agnelli che, con intelligenza, rispose: «ma ovviamente lo fate voi».

Passò così molto tempo negli Stati Uniti ad apprendere una mentalità e a creare i contatti in un mondo che in seguito gli sarebbero stati molto utili.

Lui e la Fiat

Prende le redini dell’ azienda nel 1966, succedendo proprio a Valletta, e inizia per Torino un grande periodo di crescita, in cui la città si lega a doppio filo alla Fiat, e alla famiglia Agnelli: i torinesi sentono il proprio concittadino vicino, uno di loro, perché l’ avvocato è una persona con gusto, colto, intelligente, imprenditore, sportivo, a cui piace la bella vita e le donne, è un personaggio a 360 gradi.

Giramondo, parla molto bene l’inglese e per questo rappresenta de-facto non solo Torino, ma tutto il mondo.

E’ tifosissimo della Juventus, una vera e propria passione che vive direttamente allo stadio, scatenando i giornalisti che lo aspettano al di fuori dei cancelli per cogliere le sue pungenti quanto originali frasi di commento che era solito rilasciare dopo ogni match (su Del Piero disse: ”Mi ricordava Pinturicchio. Ora mi sembra Godot”).

Aumento demografico di Torino

Con lui Torino supera il milione di abitanti e vive un momento di crescita economica che sembra inarrestabile. I figli del sud trovano lavoro a Mirafiori che arriverà a contare 60000 unità.

Poi le crisi degli anni 70 e inizio 80, i licenziamenti, momenti duri per l’ azienda Fiat, che però saprà risollevarsi con i modelli innovativi di grande successo come la Uno.

Negli anni 2000 intuisce che la Fiat non può farcela da sola e avvia un’alleanza con gli americani di GM.

I lutti del nipote prediletto nel ’98 e del figlio Edoardo nel 2000, provano fortemente l’avvocato.

Senatore a vita, presidente della Confidustria, uomo simbolo di Torino a cui resterà legatissimo per tutta la vita (lascerà alla città parte dei suoi quadri della collezione privata per far fruire alla cittadinanza quei capolavori) e in cui passera 7-8 mesi all’ anno, un uomo che ha lasciato il segno nel cuore e nella mente dei torinesi che per questo sfilarono, in decine e decine di mifgliaia un ultimo saluto presso la camera ardente allestita al Lingotto quella triste giornata invernale di 12 anni fa.

Alessandro Rigitano

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende