Mariagrazia da Torino ad Oslo e… ritorno?

Questo articolo non parte da Torino. La storia che ne è protagonista inizia in Norvegia, e precisamente nella capitale, Oslo.
Oslo che accoglie le speranze e i sogni di tanti, giovani o meno, cresciuti col mito della precisione e del benessere dei paesi nordici.
Tra questi anche Mariagrazia Vergnano, appassionata di funk originaria di Chieri, che dopo aver frequentato una delle triennali di Medicina di Tecniche Audiometriche a Torino, decide di partire a cercar fortuna.
Arriva a Oslo meno di un anno fa e trova lavoro in un ristorante (la Norvegia è carissima), ma per fortuna le passioni riemergono sempre e trovano il modo più inaspettato per farlo: è così che il suo hobby di una vita, il canto, la spinge a chiedere ad un cliente del ristorante se ci sono serate musicali o jam session in cui esibirsi nei paraggi.
Per puro caso il ragazzo in questione è Dagfin Hjorth Hovind, chitarrista e produttore locale che le lascia il suo contatto e le indica qualche serata per cantare senza impegno.
Passando da una jam session all’altra, tutte di altissima qualità, Mariagrazia si trova a casa di Unni Askeland, che a livello di fama può essere definita la Raffaella Carrà norvegese, e che la incita a tradurre in italiano e cantare un brano del suo ex marito, Eric Andersen, mostro sacro del folk rock mondiale.
Il brano si chiama Blue River, successo del 1972, e Mariagrazia lo riscrive, reinterpreta e pubblica con l’aiuto di Dagfin su Youtube: qui viene notato dall’etichetta discografica FAJo Records che le propone di produrlo e distribuirlo sulle maggiori piattaforme digitali, da Spotify ad Amazon ad iTunes.
E se fino ad allora a Mariagrazia la carriera musicale sembrava un sogno irrealizzabile, la concretezza di questa offerta le fa capire che fare musica è l’unica strada per lei.
Nonostante Oslo le abbia regalato un’opportunità gigantesca, nonostante la carriera artistica sia molto più percorribile in Norvegia, Torino manca, l’Italia chiama a raccolta, e Mariagrazia torna con la determinazione di crearsi un suo spazio in terra nostrana.
Ora ha un album in cantiere con l’ormai fedele collaborazione di Dagfin, e vari progetti per il futuro: Eric Andersen, estasiato dalla sua versione di Blue River, ha già promesso un incontro, e i legami con Oslo e la Norvegia non vogliono e non possono essere recisi, ma anzi devono essere coltivati.
Speriamo che Torino sappia coltivare nello stesso modo un talento come quello di Mariagrazia, di quelli genuini e travolgenti che solo la musica riesce a far sbocciare.
Arianna Battiston
(Si ringrazia per le fotografie Christian Baldin e Alessia Ronco)