Storia

Passion Lives Here: 19 giugno 1999

5878
Tempo di lettura: 3 minuti

Forse il 19 giugno 1999, data in cui si cominciavano a sentre nell’aria le parole Passion Lives Here

Eravate a scuola, impegnati negli scritti della maturità o chissà dove a fare chissà cosa.

O magari al mare, partiti per Ibiza, Mykonos o Diano Marina per godervi le meritate vacanze e spendere le poche lire rimaste nel portafoglio e, intanto a Torino si parlava di passione.

Qualcuno molto probabilmente era ancora al lavoro, sommerso dalle pratiche dei colleghi in ferie

Qualcuno cercava ancora di scoprire i mandanti dell’omicidio a Massimo D’Antona, altri (pochissimi in realtà all’epoca) avevano appena scoperto un sito che avrebbe avuto un futuro breve, ma radioso: Napster, ed intanto a Torino qualcuno già diceva Passion Lives Here.

Passion Lives Here: 19 giugno 1999

Evelina Christillin, invece, il 19 giugno del 1999 fa era a Seul, in Corea del Sud.

Fremeva e come lei sudavano freddo per l’impazienza anche il sindaco di Torino Valentino Castellani e il presidente del Coni Mario Pescante.

In realtà in pochi riponevano in quella candidatura la stessa fiducia di queste tre persone, talmente pochi che la Rai decise di non trasmettere nemmeno la proclamazione del verdetto.

Tanto Torino era spacciata, il Cio avrebbe scelto sicuramente Sion.

D’altronde la cittadina svizzera era già stata bocciata due volte, nel ’75 e nel ’95, quindi questa volta sarebbe toccato a loro quasi sicuramente.

Quasi.

Perché a sorpresa tra i delegati del Comitato Olimpico in 53 scelsero il capoluogo piemontese, solo 36 l’avversaria.

Cerimonia apertura Olimpiadi Torino 2006
Passion Lives Here: 19 giugno 1999

Il 19 giugno del 1999 Torino è diventata ufficialmente città olimpica, sede dei Giochi invernali con la doppia x. I ventesimi.

In quel momento è nata la magia che nei successivi sette anni ha trasformato la città e anche i suoi abitanti.

free-vector-logo-olimpiadi-torino-2006-clip-art_105180_Logo_Olimpiadi_Torino_2006_clip_art_hight

Perché se è vero che in pochi se l’aspettavano, è altrettanto vero che i torinesi, da bravi bogia nen, non si dimostrarono da subito entusiasti per l’opportunità.

Troppi lavori da fare, troppi disagi per la metropolitana, troppi cantieri per le strade, la pacifica e rassicurante atmosfera da salotto buono improvvisamente diventata fermento ed attività.

DSCN5016

Torino 2006 fu un’Olimpiade grandiosa

Il braciere più alto della storia a cinque cerchi con i suoi 57 metri, il record di comitati olimpici partecipanti, 80 (primato poi superato da Vancouver, 82 e Sochi, 88), una cerimonia di apertura rimasta indelebile nella memoria e invidiata da tutto il mondo.

E poi Enrico Fabris, Giorgio Di Centa e Armin Zöggeler (qui il video della sua storica vittoria).

Sochi: storia dei successi azzurri alle Olimpiadi invernali / Speciale

Soprattutto, quei sedici giorni (10-26 febbraio), con l’altrettanto emozionante coda delle Paralimpiadi (10-19 marzo), significarono l’ingresso del mondo a Torino.

Passion lives here urlavano centinaia di striscioni appesi ovunque e per tutti coloro che respirarono anche brevemente l’aria del Villaggio Olimpico, delle piste del Sestriere, la baraonda dell’Isozaki o i colori multietnici e i grandi concerti di piazza Castello, era l’unica verità che contava.

IMG_0193

Torino 2006 non è stata un’Olimpiade perfetta e, a distanza di tempo, paghiamo ancora qualche spreco di troppo e alcune miopie gestionali tutte italiane

Ma se anche voi, torinesi o canadesi, nati in Barriera di Milano o a Sidney, bianchi, gialli o neri, in un febbraio di più di 10 anni fa vi siete innamorati della Mole Antonelliana e di piazza San Carlo.

Ecco allora che il ricordo va a quel 19 giugno del 1999.

Sala gremita, un uomo in giacca e cravatta da un palco legge il nome di una città, una signora bionda salta in piedi, qualcuno si stringe la mano: nel 2006 Torino diventerà la porta di tutti i sogni.

M. Parella

Tag
5878

Related Articles

5878
Back to top button
Close