L’Accademia Albertina di Torino, storia di un gioiello della cultura della città

Quando si parla della storia della nostra città, uno dei nomi che compaiono con maggiore frequenza è quello della Accademia Albertina di Torino.
L’Accademia Albertina di Torino ha visto tra i suoi fondatori, allievi e insegnanti numerosi personaggi eminenti, ma paradossalmente è poco conosciuta dal punto di vista storico.
La storia dell’Accademia affonda le sue radici nell’Università dei Pittori, Scultori e Architetti”.
L’istituzione risale alla prima metà del Seicento, cosa che ne fa di fatto una delle più antiche d’Italia.
Nel 1652 la scuola cambiò nome per la prima volta, divenendo la “Compagnia di S. Luca”. L’appellativo “Accademia” non è tuttavia così recente come si può immaginare, poiché comparve per la prima volta già nel 1678.
Questo cambio di denominazione fu attuato da Maria Giovanna di Savoia-Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, con l’istituzione dell’Accademia dei Pittori, Scultori e Architetti, ispirata all’ Académie Royale di Parigi.
L’Accademia fu al centro di diverse riforme, operate da Vittorio Amedeo III nel 1778 e poi dalla dominazione napoleonico. Nel 1833 Carlo Alberto rifondò l’Accademia denominandola Albertina. Il re gettò le basi della Regia Accademia Albertina trasferendo l’istituzione nell’attuale sede.
Nacque qui anche la prestigiosa Pinacoteca, che andò ad ospitare diverse collezioni d’arte. Tra le più note quelle del marchese Monsignor Mossi Di Morano e altre raccolte di opere appartenenti alla real casa.
La pittura piemontese ottocentesca, considerata tra le migliori d’Europa ancora oggi, vide il suo fiorire proprio grazie all’Accademia.
Con il passaggio dal realismo all’eclettismo, crebbero sotto l’ala dell’Accademia di Torino numerosi talenti. Nel campo della pittura ricordiamo Antonio Fontanesi, Giacomo Grosso, Cesare Ferro. Per quanto riguarda la scultura non possiamo dimenticare Vincenzo Vela, Odoardo Tabacchi ed Edoardo Rubino. Tutti maestri indiscussi del loro secolo.

Un altro periodo di rilievo per l’attività artistica dell’Accademia Albertina arrivò negli anni Quaranta. In questo periodo vissero personaggi del calibro di Casorati, Paulucci e Menzio in ambito pittorico, Cherchi per la scultura, Calandri per l’incisione, Kaneclin per la scenografia. Tutti veri protagonisti di una rinascita artistica Europea.
Ad oggi l’Accademia ha subito grandi rinnovamenti, promuovendo numerose iniziative culturali e didattiche.
Tra queste spiccano la nuova organizzazione e la riapertura al pubblico della Pinacoteca Albertina, il restauro del palazzo e la nuova distribuzione degli spazi interni.
Durante l’anno sono organizzati mostre, conferenze, seminari e manifestazioni che mantengono vivo lo spirito iniziale dell’istituzione, nonostante siano passati ormai più di 400 anni dalla fondazione.
Un primato più unico che raro.
Michele Albera