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Il Cottolengo di Torino: cure e accoglienza per tutti gli esseri viventi

Da Alessandro Maldera

Aprile 09, 2014

Abbiamo ripercorso qualcuna delle leggende che si raccontano sulla nostra città nelle scorse settimane: da quelle dei templari, a quelle della Sindone, a quelle dei massoni. Ed oggi tocca al la città dei mostri.

Ci sono leggende fantastiche, fiabesche, avventurose… e ce ne sono di nere. Così nere che si fa fatica a reperirle anche su internet, da sempre fonte inesauribile di voci, racconti, storie che a volte parlano anche del la città dei mostri.

Così nere che si dovrebbe forse tacerle, come quella legata alle celle segrete degli istituti dei gesuiti, dove si terrebbero esorcismi non ufficiali, e pratiche legate alla lotta al demonio.

La città dei mostri: Torino ed i suoi spaventosi abitanti
La città dei mostri: Torino ed i suoi spaventosi abitanti

Una di queste, tuttavia, vale la pena di essere riportata alla luce: la leggenda della città dei mostri.

L’ambientazione è vicino ad uno dei mercati più famosi d’Italia, Porta Palazzo.

E la città è una città vera e propria, il Cottolengo: 112 mila metri quadri di istituto religioso dedicato alla cura e all’assistenza dei diversi, dei poveri, degli invalidi.

Fino a qualche decennio fa era anche meta di visita di scolaresche (normalmente di scuole religiose), con un chiaro obiettivo: far capire ai ragazzi l’essenza vera della carità cristiana. Quella che aiuta gli ultimi, e che non si ferma alla messa della domenica.

All’interno del Cottolengo però un reparto è più famoso di altri, quello dei Santi Innocenti.

Quello dei “bambini macrocefali” che ogni tanto genitori o nonni riportavano a figli e nipoti ammonendoli su quale fosse la vera sofferenza.

Oggi esempio fulgido di assistenza religiosa efficiente su larga scala a persone con gravi disabilità, negli anni addietro solleticò l’istinto morboso di molti, che narravano dell’esistenza, nei sotterranei dell’edificio, di reparti segreti, dove i “veri” mostri venivano custoditi e curati al riparo dalla curiosità popolare.

La città dei mostri: Torino ed i suoi spaventosi abitanti
La città dei mostri: Torino ed i suoi spaventosi abitanti

Erano i primi anni in cui si narrava degli esperimenti nei campi di concentramento e prigionia durante la seconda guerra mondiale, emersi con le prime cronache e studi condotti sui materiali rinvenuti durante le liberazioni.

Si narrava di tentativi aberranti di incrocio tra umani e animali, onde ottenere uomini forti come tori, o intrepidi come lupi.

Ebbene, la leggenda relegò i “figli” di tali esperimenti alle segrete della Piccola casa della divina provvidenza, insieme ad altri esseri mostruosi, curati dalle suore in base ad “un culto della vita ad ogni costo che lascia perplessi i visitatori della pia istituzione del Cottolengo, dove tengono in vita esseri mostruosi e deformi” come si legge in un articolo di Giorgio Bocca del 2009 sull’Espresso.

Una leggenda nera, e ancora viva.

Come i dormitori segreti nella Torino sotterranea, o gli esorcismi di cui abbiamo parlato prima.

La città dei mostri: Torino ed i suoi spaventosi abitanti
La città dei mostri: Torino ed i suoi spaventosi abitanti

Leggenda che, a differenza delle altre, non serve ad alimentare la fama della Torino magica, o della Torino occulta, ma solo a nascondere ingiustamente l’amore che religiosi e laici dell’istituto hanno dedicato, dedicano e sempre dedicheranno a quelli che una società cieca e sensazionalistica accoglierà in superficie, ma che nel profondo continuerà purtroppo a ritenere mostri.

V.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende