Lettera utopistica a Babbo Natale

Vagando e navigando per i social network nelle ultime settimane ci si è imbattuti in un’attività, passata sotto forma di gioco, e che recita in questo modo: “Questo è un gioco per mantenere viva l’Arte. Clicca “mi piace” e io ti assegnerò un Artista. Non importa se non conosci le sue opere, cerca su internet, scegli quella che ti piace di più e pubblicala su FB. XXX mi ha assegnato YYYY e io ho scelto ZZZZ.”
Ottima iniziativa, se non fosse che – come molte iniziative che vengono pubblicate su vari social network, Facebook in primis – diventi un gioco fine a se stesso e poco incline al vero “acculturamento” artistico della popolazione.
Più una moda che un vero modo per salvare l’arte.
Artisti spesso sconosciuti, – e questo è senza dubbio più che ammirevole – opere che lo sono ancora meno – e non c’è niente di male – ma l’invito alla ricerca online di quadri del pittore prescelto (a caso oltrettutto) non è particolarmente ammirevole.
Però in tempi di crisi, ognuno si arrangia come può.
E in mancanza di risorse, soldi e anche di vero interesse, provare a salvare il nostro patrimonio a colpi di clic e copia incolla può essere un supporto.
Se alcuni appassionati d’arte, con la puzza sotto il naso, non amano questo tipo di cose “troppo social” e “poco accademici”, chi invece – come me- ama l’arte e si arrabbia per la poca attenzione al patrimonio artistico italiano tendenzialmente sorride e usa l’arma dell’ironia.
Infatti, ironicamente, è comparsa una vignetta del solito Batman su questo gioco.
Oltre a sorridere, ritengo non ci sia niente di più vero. E, visto che siamo a Natale, scrivere un desiderio per questo momento così importante.
C’è chi desidera una borsa nuova, chi un profumo o chi un viaggio… Io nella mia letterina a Babbo Natale, ho preso spunto dal “Batman” dell’immagine e desidero una sola cosa:
Caro Babbo Natale
Siccome quest’ano credo di essere stata buona, e credo che lo siano stati anche molti miei concittadini volevo chiederti un regalo. Basta giochi, giochetti e manifestazioni d’affetto a colpi di click per il patrimonio culturale (in tutte le sue forme) nel quale abbiamo la fortuna di vivere.
In quanto italiani e cittadini, vorrei che nel 2014 prendessimo cappotto e cappello, tram o auto e uscissimo di casa. Una volta fuori dalle nostre abitazioni, luoghi di lavoro o scuole girassimo per le nostre città, guardando le vie e le piazze, i palazzi e le chiese e perché no … entrassimo in qualche museo e visitassimo qualche mostra.
Questo, caro Babbo, credo sia il modo per salvare l’arte: vivendola, difendendola e semplicemente pensando al patrimonio come bene comune.
Credi che sia un’utopia, caro Babbo?
Se non si credesse all’utopia a Natale quando dovremmo farlo?
E poi qualcuno di più saggio di me scrisse: Lei è all’orizzonte. […] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare”
Un buon Natale utopistico a tutti,
Giulia Copersito