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Un principe egizio è il vero capostipite dei torinesi

Da Alessandro Maldera

Novembre 25, 2013

E se in realtà ciò che consideriamo Piemonte e Liguria è frutto di una colonizzazione dell’antico Egitto e che il primo torinese era un principe egizio?

Nuove terre
E’ il XV secolo A.C., costretto ad abbandonare la sua terra Natale per i contrasti religiosi con la schiera sacerdotale, un principe egizio, Eridano, spiega le vele e parte per un lungo viaggio, dal quale non ritornerà, mai più.

Secondo il mito, il principe avrebbe costeggiato la Grecia e poi, passando per il Tirreno, raggiunto l’Italia. Sbarcato in un secondo momento in una zona non precisata a nord, ne avrebbe fatto suo possedimento e l’avrebbe nominata Liguria, in nome del figlio Ligurio.

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Un principe egizio è il vero capostipite dei torinesi
Un principe egizio è il vero capostipite dei torinesi

Le leggende raccontano che Eridano raggiunse una pianura, una vasta pianura dove, in prossimità di una confluenza fra due fiumi (uno dei quali gli ricordava molto il Nilo), fondò una città, ed ivi ne impose il culto della dea Iside e del dio Api, stesso toro sacro adorato a Menfi.

Purtroppo la fortuna non sorrise al giovane principe e poco tempo dopo, durante una corsa di quadrighe, finì nel fiume cittadino che, nonostante la somiglianza con il Nilo, gli fu fatale.
Fu da quell’infausto giorno probabilmente che il fiume venne nominato Eridano in sua memoria.

Solo dopo secoli e l’intervento dei celti si passò all’appellativo Padam, per i numerosi pioppi che fiancheggiavano le sue rive e poi, in tempi più recenti, al nome Po.

Anche se questa ricostruzione sfiora i confini del mito, essa è stata in parte confermata da antichi storiografi come il Boccaccio e il Tesauro che attribuiscono anche loro il primo nome del Po alla caduta di Eridano nelle sue acque. Più incerta l’origine dell’appellativo Eridania dato alla città di Torino: sia il Boccaccio che Tito Livio, affermano come questo insediamento ai piedi delle montagne veniva già definito in tempi remoti “La città dei Taurini” o “Urbe dei Taurini”.

Rifacendosi però alla forte componente religiose egizia, si può azzardare che il nome Torino derivi proprio dal culto verso il dio Api, raffigurato come un toro e, insieme ad Iside, uno tra gli dei più conosciuti e riveriti nella terra natale del principe Eridano.

Un principe egizio è il vero capostipite dei torinesi
Un principe egizio è il vero capostipite dei torinesi

A differenza dell’adorazione verso il dio Api, rimasto ben visibile ai nostri giorni come simbolo della città di Torino, il culto Isideo venne apparentemente stroncato dall’avvento del cristianesimo, ma non cessò mai del tutto. In molti casi la figura femminile della dea venne tramutata in quella della vergine Maria, con tutti valori che già da tempo possedeva: Provvidenza, Amore, Maternità.

Ancora il dio Api

Infine un breve appunto ancora spetta al “Theatrum Sabaudiae“, raccolta di tavole raffiguranti le proprietà dei Savoia, promosso da Carlo Emanuele II di Savoia e terminato sotto il governo di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours nel 1682. In questa collezione una tavola spicca curiosamente tra le altre, proponendo l’immagine di un uomo incoronato che svolge una mappa all’interno di una stella a 10 punte.

A terra, in apparenza sdraiato, vi è un personaggio dalle sembianze umane e la testa di toro e dietro quest’ultimo, su di un basamento, il dio Toro domina l’ambiente. Sulla sommità, a mo’ di indicazione, due putti alati reggono un drappo portante una dicitura:

Aegyptiorum Rex Eridanus

Eridani Fluviorum Regis

In Ripa Urbem Aegyptio Tauro Cognomino

Inaugurat

Septe Seculis Ante Romam Condita

 

Il Re Egizio Eridano

Inaugura

Sulle Sponde Del Re Dei Fiumi, L’Eridano

La Città Egizia Chiamata “Del Toro”

Sette Secoli Prima Della Fondazione Di Roma

La tavola confermerebbe la fondazione pre-romana della città di Torino per mano del principe Eridano, fondazione avvenuta quindi nel 1454 a.c., quando in parallelo, in Egitto, Tutmosi III portava avanti la XVIII dinastia. Caso vuole che quasi la totalità dei reperti archeologici appartenenti a questo faraone siano conservati nel Museo Egizio di Torino. A Tutmosi III non solo è stata riservata la prima sala del museo, bensì una imponente statua raffigurante il dio Api troneggia vicino al suo sarcofago.

Ed eccoci qua, alla fine della storia, con forse più dubbi di quanti ne avessimo all’inizio. La storia la scrivono i vincitori, non i vinti, ma la verità non può essere riscritta. E se questa è la realtà delle cose, certamente dovremmo rivedere il nostro passato e le nostre discendenze.

Damiano Grilli

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende