Il Galup torna a lievitare. A Torino

Il 14 novembre, Galup, prestigioso marchio pinerolese del panettone basso, ha aperto al pubblico il suo primo locale mono-marca in Via Maria Vittoria 27 a Torino.
I 200 mq di esposizione propongono ai torinesi la vasta gamma di bontà a cui i pasticceri di casa Galup ci hanno abituato fin dalla fondazione nel 1922: dai classici panettoni con glassa e mandorle fino alle nuove creazioni destinate al Natale 2013, interamente ridisegnate per un approccio al passo coi tempi.

L’innovativa idea di aprire un negozio dedicato è sorta alla nuova cordata di giovani imprenditori che, dal 14 febbraio di quest’anno, ha preso le redini dell’azienda di Pinerolo. I quattro manager in questione, tutti torinesi, sono Paolo Covelli (nuovo amministratore delegato), Pietro Drago, Giovanni Tonno e Walter Rabaioli. Giovani, ma con le idee ben precise: “Abbiamo due obiettivi immediati come la selezione e la cura nella scelta delle materie prime e la valorizzazione dell’aspetto artigianale della produzione. E poi rilancio del marchio a livello nazionale e successivamente sui mercati esteri”.

Grandi mete per un’industria obbligata nel settembre del 2012 a ritornare azienda artigianale per le difficoltà in bilancio, a mettere in mobilità tutti i dipendenti e ad arrestare quasi del tutto la produzione nell’ottobre dello stesso anno.

Ma i nuovi progetti non finiscono qui. Il prodotto della Galup fa parte di una categoria indissolubilmente legata alla stagionalità, nel bene, come nel male: panettoni a Natale e colombe a Pasqua. Per sopperire al calo delle vendite negli altri mesi, il neo imprenditore Pietro Drago promette nuove strategie e produzioni ulteriori che garantiranno un flusso più continuo di lavoro. Gli fa eco Covelli che svela alcune delle prossime mosse: “Vogliamo aprire un secondo punto vendita, forse a Torino e stiamo per acquisire un altro marchio che potrà affiancarsi a quello Galup”.
Perché va bene “il panettone dal sapore familiare”, come recita lo slogan della rinnovata azienda piemontese, ma qualcosa bisognerà pur mangiare.
Damiano Grilli