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Parco Piemonte, la discarica a cielo aperto di Torino

Da Alessandro Maldera

Ottobre 16, 2013

Carcasse di auto, lavatrici sporche ed arrugginite, amianto e tanta, tanta immondizia. Non è la terra dei fuochi napoletana, è Torino, è la nostra città imbrattata da delinquenti e maleducati.

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Basta una passeggiata in riva al Sangone, seguendo i sentieri poco battuti del Parco Piemonte, uno dei polmoni verdi della città che si estende per quasi 6 km da Nichelino fino a Beinasco e ci si accorge immediatamente di quanto poco valga per qualcuno il rispetto dell’ambiente in confronto a qualche euro in più in tasca.

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Già, perché i rottami di auto fatti scivolare giù dalla riva del fiume non sono finiti lì per caso, ma sono frutto di qualche furto con successiva asportazione di prenumatici, congegni elettronici e tutto ciò che può avere valore sul mercato nero.

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Stesso discorso a poca distanza per le decine di oggetti e piccoli elettrodomestici gettati alla rinfusa nel caos di un sottobosco che di naturale non ha più nulla se non l’erba soffocata da una marea di plastica e amianto.

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Numerose infatti sono  le tettoie cancerogene che all’aria aperta si stanno sfaldando con il rischio di inquinare anche il vicino fiume Sangone, mentre qualche metro più avanti, arrivati quasi all’altezza del campo nomadi di corso Unione Sovietica, si scorgono vecchi frigoriferi, mobili, bidoni e persino un water in ceramica. Un mosaico di souvenir dell’inciviltà di qualcuno.

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L’ultima sgradita sorpresa di questa panoramica sul verde torinese è su una collinetta poco distante, uno spiazzo sopraelevato in mezzo agli alberi che, all’ombra e al riparo da sguardi indiscreti, i rom che abitano nelle vicinanze hanno deciso di adibire a toilette eco e poco sostenibile.

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“Eco” per i rifiuti organici e biodegradabili lasciati a decine sul posto, accompagnati da immancabili stuoli di fazzolettini di carta e sicuramente poco sostenibile da tutti coloro che in un parco cittadino vorrebbero venire a fare un pic-nic senza doversi preoccupare di fare lo slalom tra gli escrementi.

Marco Parella

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende