I luoghi e il tempo dell’arte: l’educazione passa dall’arte contemporanea.

Zonarte è un progetto educativo promosso da Fondazione per l’Arte Moderna/Contemporanea della Fondazione CRT che coinvolge le principali istituzioni torinesi legate all’arte contemporanea.
Riunisce le sezioni educative dei principali istituzioni piemontesi che hanno come mission la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico del nostro tempo – Castello di Rivoli, Galleria d’Arte Moderna, Fondazione Merz, PAV.
Lo scopo, nel panorama di una Torino sempre più devota all’arte contemporanea, è far incontrare il pubblico, il grande pubblico, anche quello che l’arte contemporanea non la capisce, con questo “strano” modo di espressione artistica. E dalla quale, siamo sempre più circondati.
Il calendario delle attività è fitto e ricco.
Gli incontri, iniziati lo scorso 15 settembre, si svilupperanno –principalmente nei week end- fino alla fine di novembre. L’autunno di Torino diventa cosi sempre più contemporaneo.
Tutto in prospettiva anche degli appuntamenti di novembre con Paratissima e Artissima che ormai, da anni, attirano esperti e aizzano la curiosità dei non addetti ai lavori.
Un progetto innovativo e anche coraggioso: l’arte contemporanea, in molti casi e in tante sue espressioni, crea disagio e spesso la si guarda con scherno e distacco.
Ma ormai dobbiamo conviverci, realmente, tanto da far diventare necessaria la sua conoscenza – attenzione non vuol dire comprenderla a tutti i costi – ma almeno non sentirsi troppo a disagio rispetto a lei.
Per tutto ciò, questo progetto è interessante. A differenza di molte iniziative legate all’educazione artistica – rivolta principalmente ai più piccoli – qui sono coinvolti anche gli adulti.
Sembra un’osservazione scontata o priva di senso: ma niente di più sbagliato.
La vera educazione, la vera sfida di avvicinamento a questo mondo passa dagli adulti: siamo coloro con più pregiudizi, con più schemi mentali prestabiliti.
E l’arte contemporanea, nel senso più globalmente intesa, non può fare altro che aiutarci – con la sua disarmante immediatezza – a tornare un po’ incoscientemente infantili, un po’ stupendamente capaci di stupirci come bambini.
Giulia Copersito