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“30 anni e non sentirli” Quattro chiacchiere con Oskar degli Stauto.

Da Alessandro Maldera

Settembre 10, 2013

Da 30 anni gli Statuto rappresentano una delle tante voci di Torino, non soltanto dal punto di vista musicale.

Il gruppo Mod è recentemente uscito con un nuovo CD, dal titolo “Un Giorno di Festa”, un lavoro incredibilmente fresco e ben scritto, che ne fa uno dei pezzi migliori della loro discografia. 

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Noi abbiamo avuto il piacere di incontrare il frontman Oskar proprio in piazza Statuto, ritrovo storico dei Mod, per fargli qualche domanda sull’ultimo lavoro, sui 30 anni della band e, ovviamente, su Torino.

Stauto intervista Oskar musica
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  • Ciao Oskar. Partiamo parlando di Un Giorno di Festa. Ascoltandolo viene da dire che gli Statuto hanno 30 ma non li sentono. Qual è il vostro segreto?

Il segreto sta negli stimoli che riceviamo. Essere parte di una cultura come quella Mod ed esprimerla musicalmente è uno di questi. E poi ovviamente c’è questa città, dalla quale traiamo continua ispirazione.

  • Come è stato lavorare al nuovo disco? E quanto è importante oggi che il pubblico acquisti il CD originale?

Diciamo che in questa era in cui assistiamo al tramonto del mercato discografico, l’acquisto di un CD è un vero e proprio atto di fede e di sostegno verso un musicista. Per i gruppi giovani è addirittura impossibile entrare nel mercato discografico, ma per band come la nostra, anche la copia in più fa la differenza e fa sì che i musicisti possano proseguire la loro avventura.

  • Difficilmente si può trovare un gruppo che abbia parlato di Torino in così tante canzoni. Quanto conta ed è contata questa città per gli Statuto?

Torino è il luogo in cui viviamo da sempre e dal territorio si prendono atteggiamenti e caratteristiche. Per noi è naturale parlarne. In più questa città è stata a lungo sinonimo di grandi fabbriche e stabilimenti. Trovare uno “sfogo” creativo e dedicarsi ad attività differenti è storicamente una prerogativa del torinese.

statuto oskar Torino

  • E dall’altro lato quanto ha pesato sulla vostra musica l’essere Mod?

Per noi il Modernismo è la nostra vita ed è sempre stato una priorità assoluta. La forza di questo movimento sta forse nel non essere mai divenuto un fenomeno di massa, cosa che ne ha anche determinato la continuità negli anni. In più il movimento, multietnico e mai politico [che coniugava dal principio elementi come la musica di origina giamaicana e gli scooter italiani], è sempre stato molto avanti. Quando gli altri scoprivano qualcosa, anche a livello musicale, per i Mod era già vecchio.

  • Riascoltando vostri pezzi come Qui non c’è il mare, si ha la sensazione che siano stati scritti ieri per i temi e le situazioni che descrivono. Torino in qualche modo sembra sempre uguale e sempre diversa. Secondo te come è cambiata il questi anni?

Quella è una canzone del ’91 e per certi versi è come dici tu. Dal punto di vista architettonico e degli spazi, con il tramonto della Fiat, sono cambiate sia le periferie che il centro. Come ho detto, noi torinesi siamo sempre stati capaci a trovare qualcosa di più e prima ed è una costante che non abbiamo perso, anche e soprattutto nella musica.  Gli spazi per suonare e le possibilità sono ridotti, ma quello è un problema nazionale. La fortuna è che chi ha cose da dire, se è sostenuto da buone idee trova il modo di farsi ascoltare.
Grazie Oskar per il tempo concessoci. Noi di Mole24 consigliamo ai lettori l’acquisto di Un giorno di festa (etichetta: Le Foglie e il Vento/Sony Music) e speriamo di vedervi presto sul palco… sempre con rabbia e stile!

a cura di Michele Albera

( foto tratte da https://www.facebook.com/glistatuto)

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende