Surprise: una scultura chiamata casa. Quando l’arte è casa mia.

C’era una volta un libro che si chiamava Torino è casa mia. Un piccolo volume tascabile che raccontava Torino attraverso gli aneddoti della città sabauda e descriveva quartieri e palazzi, via e piazze stanze di un’immaginaria e fantastica dimora.
Piacevole associazione per presentare un’interessante scultura- installazione che fino al 29 settembre prossimo è visibile alla Galleria d’Arte Moderna (GAM) dal nome che è tutto un programma: “Surprise. Una scultura chiamata casa”.
L’artista, Michela Pachner, e il suo progetto espositivo concentra l’attenzione su uno dei periodi più fertili e vivi della Torino artistica: gli anni Sessanta- Settanta.
Anni strani, ricchi di contraddizioni politiche e sociali, da cui, come succede sempre, sono nate le più grandi trasformazioni dell’ avanguardia artistica che ancora adesso abbiamo la fortuna di sperimentare sulla nostra pelle.

Decenni in cui arte e design, grafica e musica, arti visive e moda si sono intersecate, agganciate e trasformate in un tutt’uno che ha enormi effetti sul nostro modo di concepire l’arte in genere.
Della stranezza e delle difficoltà nel capire queste tipologie di manifestazioni della creatività umana ho già avuto modo di scrivere in riferimento allo strano Igloo di corso Lione a Torino dell’artista Merz.
In questo caso parliamo di una vera e propria installazione artistica, in un museo – luogo “buono e giusto” per le opere d’arte – che sconvolge meno ma che lascia comunque basiti.
Michela Pachner, prima allieva di Evangelina Alciati e Felice Casorati negli anni ’40 e poi, dagli anni ’60 più vicina alle nuove sperimentazioni iconografiche Pop, presenta qui la sua casa: un luogo in perenne divenire, un luogo simbolo del suo modo di essere e della sua arte.
Un luogo dove si intersecano inesorabilmente il carattere, la creatività e la personalità dell’artista: in un turbinìo di pittura, scultura, reperti naturali e oggetti di affezione personale all’interno del quale si scopre tutto dell’artista: il suo percorso lungo decenni e i passi essenziali della sua vita artistica.
E cosi come il nostro scrittore ha descritto Torino come una casa – necessario comprendere carattere, pregi e difetti di una città e dei suoi abitanti – anche la Pachner fa scoprire la sua arte “in casa sua” che per un attimo diventa casa di ognuno di noi.
Perché qual è il modo migliore per conoscere una persona – il suo percorso di vita e la sua natura nel presente – se non visitando la sua casa?
Orario: martedi – domenica dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì
(La biglietteria chiude un’ora prima)
Costi: intero 10 euro, ridotto 8 euro (ragazzi fino ai 18 anni)
Per info: centralino tel. 011 4429518; segreteria 011 4429595
e-mail: gam@fondazionetorinomusei.it