Agenzia Stefani: quando le news arrivavano da Torino

Da anni ormai leggiamo classifiche che “bastonano” la qualità della tanto vituperata informazione italiana. Allora oggi vogliamo darci una virtuale pacca sulla spalla, raccontando anche un’eccellenza del mondo del giornalismo italiano dei tempi che furono, l’Agenzia Stefani
E soprattutto raccontandone gli sviluppi, che sebbene approdino a Roma con la fondazione dell’Ansa nel 1945 (prendendo il posto della Agenzia Stefani), sono legate a doppio filo con Torino. L’Ansa, ad oggi la quinta agenzia stampa del mondo (del mondo!), è stata creata in un periodo nel quale il concetto di “Larghe intese” era molto, ma molto lontano da quanto vediamo ogni giorno sui telegiornali italiani: nel gennaio 1945, tre esponenti delle maggiori forze politiche della Resistenza, e cioè Giuseppe Liverani, Primo Parrini e Amerigo Terenzi, che guidavano i tre giornali Il Popolo, l’Avanti e l’Unità, crearono un’agenzia di stampa intesa come cooperativa di giornali.

Da allora la crescita fu costante, e coronata da piccoli record, come il fatto di essere stata nel 1996 la prima a inviare agenzie via sms: oggi trasmettono oltre 3.500 notizie e più di 1.500 foto al giorno che vengono inviate ai mezzi di informazione italiani, alle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, alle associazioni di categoria, ai partiti politici ed ai sindacati.
Ma quello che forse non tutti sanno è che l’Ansa prese il posto, nel 1945, di una struttura profondamente torinese: l’agenzia Stefani. E se diciamo “prese il posto”, intendiamo anche in senso fisico del termine: gli uffici e le redazioni della Stefani furono negli anni occupati dalla neonata Ansa.
Leggere le vicende dell’agenzia Stefani significa ripercorrere la storia dei primi anni dell’Italia: venne fondata il 26 gennaio 1853 a Torino da Guglielmo Stefani, veneziano direttore della Gazzetta ufficiale del Regno di Sardegna, con l’appoggio di Camillo Benso, conte di Cavour.
In quegli anni la struttura crebbe, diventando quasi monopolista e soprattutto diventando l’organo prediletto dal Governo del Regno di Sardegna. Nel 1861 (anno significativo per l’Italia) morì il fondatore, e l’agenzia strinse rapporti di collaborazione con l’agenzia britannica Reuters e con la francese Havas.
Quest’ultima, prima agenzia di stampa al mondo e, all’epoca, in condizione di forte predominio, acquisì il 50% dell’agenzia Stefani nel 1865. Come immaginabile, l’agenzia non era destinata a restare a Torino, ma si spostò negli anni, seguendo le variazioni della Capitale d’Italia e concludendo la sua storia a Roma, dove sarà per l’appunto sostituita dall’Ansa.

Divenuta sotto il regime fascista organo informativo di Mussolini, fu proprio la caduta del Duce a portarne in sostanza la fine: la Stefani divenne organo della breve esperienza storica della Repubblica di Salò, e il suo ultimo direttore, Ernesto Daquanno, venne fucilato a Dongo insieme ai gerarchi che accompagnavano Mussolini.
La Redazione di Mole 24