Ultras Juve: un gesto che fa bene non soltanto al calcio

Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Sabato sera la curva della Juventus ha dato una dimostrazione di grande civiltà e umanità a tutti : uno di quei gesti inaspettati, quindi ancora più apprezzati, che fanno venire voglia di riconciliarsi col mondo del pallone, specchio veritiero di una società, se non in disarmo , decisamente problematica.
Un calcio sempre più azienda e meno passione e che troppo spesso mostra il proprio lato peggiore nelle curve, o nel così detto mondo ultras.

Capita così che spesso anche il derby di Torino sia stato vittima di beceri comportamenti da parte delle due tifoserie , con squallidi cori riguardanti lo stadio Heysel, inneggiati da parte dei tifosi granata e la risposta dei cugini con un altrettanti empi striscioni dedicati alla tragedia di Superga.
E’successo che lo stadio diventasse terra di frontiera, un luogo dove andare a sfogare liberamente le frustrazioni di una vita, è successo che l’odio prevaricasse sull’agonismo, è successo che la violenza vincesse sulla razionalità. Ma non sabato, non a Torino, non allo Juventus Stadium.
Sì, se perchè se in parte è vero che il grado di civiltà all’interno degli stadi non sia sempre dei più elevati e che quindi i media facciano bene a stigmatizzare i comportamenti sopra le righe è anche vero che i tifosi sono capaci di grandi gesti.
In settimana, la curva Maratona del Toro ha pianto uno dei propri capi storici, Joe.
Un uomo di 57 anni, che negli anni ’70, quando era giovane, era stato uno dei maggiori artefici e protagonista del mondo ultras.
Un mondo diverso da quello attuale – a detta degli stessi protagonisti di quegli anni – dove la passione ed il tifo erano erano gli unici fili conduttori di un a realtà in cui non mancavano tafferugli, ma al cui interno c’era un codice d’onore e la violenza era marginale
Uno stile di vita, particolare quello degli ultras, da molti forse criticabile, ma da molti seguito.
Un sotto bosco torinese dove i membri delle varie tifoserie , nonostante qualche scazzotta, si conoscevano e si rispettavano.
Se non è quindi una novità che il ricordo di Joe sia arrivato dalle più svariate tifoserie sui campi di mezza Italia -dai supporters del Brescia agli ultras del Taranto passando per la curva Fiesole di Firenze – quello che non ti aspetti è che un saluto arrivi dagli storici rivali bianconeri.
<OLTRE I COLORI, CIAO JOE>

Con queste parole , poche semplici e chiare, la curva della Juventus ha dato una grossa dimostrazione di civiltà.
Insomma, “Onore ai tifosi della Juve” per restare nel linguaggio ultras, che forse ci han dimostrato che questo calcio non è poi così malato.
Marco Gallo