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Torino FC 2012/2013: ecco le nostre pagelle ( parte 2 )

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A 24 ore di distanza dalla prima puntata, ricominciamo dalla zona nevralgica del campo, quella dei…

CENTROCAMPISTI:

Marko BAKIC: tenuto in naftalina per mesi, si spera, e si immagina, che non sia quello che ha esordito contro il Catania, totalmente sopraffatto dall’emozione. Coraggio. VOTO: sv

Migjen BASHA: l’impegno c’è, la corsa pure, i piedi un pochino meno. Buon gregario, si ritrova a disputare entrambi i derby senza reggere il centrocampo a “due”, andando molto meglio in quello a “tre”. Segna anche un gol , purtroppo inutile. VOTO: 6-

Valter BIRSA: nel calcio moderno, trovare qualcuno che sappia crossare bene è, ormai, un’impresa. Lo sloveno, esterno adattato, lo sa fare meglio degli esterni veri. Fa quasi sempre il suo quando entra, una delle rivelazioni stagionali. VOTO: 6/7

Matteo Brighi

Matteo BRIGHI: arriva fra lo scetticismo generale per i suoi problemi fisici, Ventura ci mette parecchio a decidere se tenerlo o meno e, dopo un buon inizio, lo relega in panchina. Rinasce nella partita contro il Siena, dove sblocca il risultato, e poi è un continuo crescendo di prestazioni, culminata con quella gladiatoria sulla neve contro la Lazio. Ovviamente, sul più bello, s’infortuna, privando il già scarno centrocampo granata dell’unico elemento coi piedi adatti alla categoria e in grado di inserirsi in avanti. Torna in tempo per festeggiare la salvezza. Preziosissimo. VOTO: 7

Alessio Cerci Toro Siena 2012- 2013

 

Alessio CERCI: ci mette un po’ a carburare, poi sfodera la miglior stagione in carriera, complice il suo mentore Ventura. Il paragone con Robben fatto da Pistocchi provoca, logicamente, qualche sorriso, ma in Italia, al momento, non esiste nessun esterno offensivo più forte di lui, escluso, probabilmente, Cuadrado. Scatti, dribbling, tiri in porta, gol pesanti, continuità e, logica, arriva anche la convocazione in azzurro. Se fosse una favola, Alessio dovrebbe rimanere in granata a vita, ma ci hanno detto che nel 2013 non c’è più tempo per le favole. Ma sognare non è ancora illegale. VOTO: 8

Napoli Toro 2012 Gazzi

Alessandro GAZZI: il “roscio” gioca una stagione tutta polmoni e sostanza, cantando e portando la croce. Tanto sudore, in qualche circostanza, non l’ha reso lucidissimo (come nell’involontario assist a Milito in Toro-Inter 0-2), ma la maglia fradicia e tanta sostanza rendono possibile perdonare qualche sbavatura. Non c’entra con il calcio giocato, ma giova ripeterlo: è uno dei pochi calciatori con gusti musicali degni di questo nome. VOTO: 6/7

Dolly MENGA: caso da manuale: idolo senza aver praticamente mai giocato. Acquistato a gennaio, se la gioca benissimo sui social network e, complice l’aspetto un po’ estroso e l’incredibile figura del padre-procuratore, entra nei cuori di molti, pur disputando, in prima squadra, solo pochi minuti. Per ora non è stato ancora riscattato. VOTO: sv

Mario Alberto SANTANA: è rotto, arriva per svernare: questo per dire solo le più carine. E invece no. Certo, la continuità non è stata il suo forte, correre veloce è un’altra cosa, ma una serie impressionante di dribbling, colpi, rabone, numeri ha detto forte e chiaro che l’argentino è tutt’altro che finito. Segna quattro gol, bottino non proprio da buttare. VOTO: 6/7

Alen STEVANOVIC: due gol, ma pochissime prestazioni degne di nota. Ventura punta su di lui in avvio di stagione, ma Alen non ne approfitta, si perde e non c’è neanche un viaggio in Canada per rimetterlo in carreggiata. C’è da sperare che, così come alla prima deludente annata ne fece seguire una devastante, anche la prossima stagione riscatti il suo deludente esordio in A. VOTO: 5

Sergio SUCIU: un solo gettone, poi via a Castellammare di Stabia. VOTO: sv

Simone VERDI: per lui i gettoni sono tre, e non si disimpegna nemmeno male, poi anche lui va a Castellammare. VOTO: sv

Giuseppe VIVES: lo scorso anno, a un girone di andata deficitario, fece seguire una seconda parte di campionato molto positiva, con corsa, assist e qualche gol, muovendosi sia da centrale, che come esterno. Per questo, in molti non si preoccupavano del girone d’andata incolore dell’ex leccese, aspettandosi una seconda resurrezione, che, però, stavolta non arriva. VOTO: 5

ATTACCANTI:

Vitor BARRETO: fortissimamente voluto da Ventura, arriva a Torino durante la sessione invernale, accolto da parecchio scetticismo da tastiera. Il brasiliano, a lungo fermo, ha fatto più di quanto previsto, dimostrandosi di non essere un cecchino (vedi partita contro il Milan), ma una di quelle punte che fa “giocare bene la squadra”. Con maggior gamba, può essere una delle armi in più della prossima stagione, anche perché la tecnica, indiscutibilmente, c’è. VOTO: 6,5

Torino Ancona, gol di Bianchi

Rolando BIANCHI: se n’è parlato abbondantemente nel pezzo di lunedì scorso, e non poteva essere altrimenti, quindi stavolta guardiamo al lato prettamente tecnico. 11 reti, capocannoniere della squadra, anche se quelle realmente pesanti non sono state moltissime, Bianchi ha dimostrato, pur profondendo tantissimo impegno, la sua difficoltà nell’entrare negli schemi di Ventura, alternando gare generose, partite incolori e prestazioni negative (quella disastrosa di Parma, l’ingresso in campo insufficiente contro l’Inter a Milano): qualche rete sbagliata di troppo pesa sul giudizio finale, nonostante la doppia cifra. VOTO: 6

Abou DIOP: un’ira di Dio in estate e in Primavera, si vede pochissimo in prima squadra e, durante quel poco, ci si mette anche l’arbitro Peruzzo espellendolo in maniera ridicola contro il Cagliari: per la serie “piove sul bagnato”, arriva anche una squalifica di tre turni che ne compromette il campionato. Grandi potenzialità, ma ingiudicabile. VOTO: sv

JONATHAS: un po’ grezzo, ma con margini di miglioramento, è uno dei pochi attaccanti che ripiega in difesa, ruba palla e fa ripartire l’azione. Si rende utile negli spezzoni di partita, segnando, con la Lazio, una delle reti più importanti della stagione, ma ne sbaglia anche qualcuna molto facile, come sull’1-1 a Bologna. Impegno innegabile, da rivedere. VOTO: 6+

Meggiorini Inter Torino 2 2 serie A Tim

 

Riccardo MEGGIORINI: ti prendono di mira, ti fischiano, ti prendono per i fondelli perché ti piace Emma Marrone. Ma tu sei indistruttibile, tiri avanti, sbagli dei gol clamorosi, sembri meglio come mediano, poi, una sera, fai doppietta a San Siro e voli sulla luna. Tecnicamente discutibile, caratterialmente apprezzabile, il “Meggio”, dopo Masiello, è stato il giocatore più vessato dai tifosi, ma, nonostante “perle” come il gol sbagliato nel finale contro il Palermo, a volte è stato utile con la sua irruenza. Buon feeling con Barreto. VOTO: 6—

Sansone Torino

Gianluca SANSONE: visti i piedi a disposizone, l’ex Sassuolo è stato atteso e invocato come un Messia da una curva stanca di vedere il succitato Meggiorini arrabattarsi senza costrutto intorno ai sedici metri. Sansone regala una traversa, un’espulsione ingiusta, un gol da opportunista col Napoli e poco altro, complice un Ventura che lo vede poco. Per questo, a gennaio, nonostante tanto affetto gratuito profuso da Maratona e dintorni, Gianluca decide di non giocarsela e va a Genova, sponda Samp: esordisce con una rete da fenomeno su punizione e tutti sono già pronti a mangiarsi le mani fino ai gomiti, ma la prodezza ha solo un seguito, a Bologna, lasciando gli arti inferiori granata momentaneamente salvi. VOTO: 6-

Alessandro SGRIGNA: pomeriggio divino contro il Pescara, dove segna il primo gol in serie A e sforna un assist per Brighi. Poi basta. L’attaccante romano si dimostra troppo leggero la massima serie, infilando una serie di prestazioni abbastanza deficitarie che lo porteranno alla cessione a Verona, dove, da buon attaccante di categoria, festeggia un’altra promozione. Da annali l’immagine che lo vede legarsi a lungo una scarpa, mentre il Toro sviluppa l’azione Birsa-Bianchi che porterà in vantaggio il Toro a Genova. VOTO: 5

LA DIRIGENZA: quando anche un cieco vede i tasselli che mancano alla squadra per essere realmente competitiva e le lacune non vengono colmate, quando, durante una stagione in cui i torti arbitrali sono stati innumerevoli, si sta praticamente sempre zitti, lasciando alla voce di allenatore e giocatori ciò che è compito della società, quando si usano poco i mezzi di comunicazione moderni, si dimostra poco interesse per il marketing, si da l’impressione che il Filadelfia sia più caro ai tifosi che al Torino F.C., la sensazione che il massimo che si possa fare in serie A sia vivacchiare e perdere derby a ripetizione, diventa una triste e crudele realtà. VOTO: 5

Curva Maratona Toro calcio Torino

 

LA TIFOSERIA: anno difficile.

Non voglio entrare, però, in ciò che non ha funzionato, nelle divisioni, in come i social network e internet abbiano creato tante conventicole rendendo vuoto e retorico qualsiasi discorso su cuore, appartenenza e grinta, creando solo ulteriori occasioni per litigare e frantumando il famoso “uniti come un pugno”. Voglio aggrapparmi a due episodi, che dimostrano come, se e quando vuole, la Maratona può ancora essere determinante .

Episodi citati dall’amico Matteo V. su uno stato di Facebook: il rigore di Rosina e l’espulsione di Balzaretti. Matteo ha ragione, nell’errore dal dischetto di uno che non sbaglia mai e nell’andare fuori di testa da parte di colui che fece il gran tradimento, c’è molto della curva. Forse poco rispetto a qualche anno fa, ma da qualche parte bisognerà pur ripartire. Facciamolo da qui. Non metterò nessun voto. Il rispetto per questa curva e per la sua storia è immenso, non me lo permette e non me lo permetterà mai.

 

a cura di Francesco Bugnone

 

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