Juve, anche il derby è tuo!

Sfumata per colpa-merito del Bayern Monaco la corsa europea, la Juve si rifà con gli interessi in campionato per la gioia dei tifosi.
A quattro giornate dalla fine rimane solamente un punticino per consegnare ai ragazzi di Conte l’aritmetica vittoria del secondo scudetto di fila. Una cavalcata trionfale resa ancora più bella, soprattutto per i tifosi, dal doppio successo in campionato contro i cugini del Toro, ormai a secco di reti nei derby da 12 anni. Un’eternità.
Alla stracittadina non è mancato nulla, né in termini di emozioni né di polemiche, come successo al ’37 della ripresa, con il punteggio ancora ancorato in parità: i granata hanno chiesto un calcio di rigore per un fallo in area di Bonucci su Jonathas.
Il fallo c’è, è evidente, peccato che sul cross di Cerci il gioco andasse fermato perché il brasiliano si trovava in posizione di netto fuorigioco. Il rigore, quindi, come hanno sottolineato tutti i moviolisti, non andava concesso e l’azione andava fermata precedentemente. La partita non è stata bella, soprattutto nel primo tempo con le azioni delle due squadre spesso bloccate a centrocampo.
Nei primi ’45 minuti di gioco ha prevalso la tattica con Conte che ha schierato i suoi in campo con un anomalo 4-1-4-1 per cercare di arginare la manovra del Toro sulle fasce. Ventura, dal canto suo, ha risposto con il più classico 4-2-4, con l’intento di sfruttare le incursioni laterali di Cerci da una parte e di Santana dall’altra. La prima emozione si registra al ’13: lancio in profondità di Pogba per Vucinic che però sbaglia malamente la conclusione.
I bianconeri crescono e a metà tempo sfiorano per due volte il vantaggio, prima con una conclusione di Marchisio, poi a salvare la porta del Torino ci pensa Glik, che con un provvidenziale intervento in area nega la gioia della rete a Pogba, anche ieri tra i migliori in campo.
Nella ripresa parte meglio il Toro, con un Cerci in gran spolvero. Ma guai a svegliare il can che dorme… Il talento di Ventura e nel giro della nazionale di Prandelli si infiamma subito dopo la metà della ripresa. Al ’34 elude due difensori juventini e serve una palla invitante a Bianchi che però non ci arriva di un soffio.
Tre minuti dopo, al ’37 ecco l’azione che farà nascere le polemiche nel dopo gara. Sempre Cerci vola sulla fascia destra e serve un assist al bacio per Jonathas in mezzo all’area di rigore.
Il brasiliano prende il tempo a Bonucci che lo stende: sarebbe calcio di rigore, e forse anche espulsione per il centrale della nazionale, ma come confermano anche le moviole, l’azione è viziata da un metto fuorigioco dello stesso brasiliano e quindi sarebbe dovuta essere fermata ben prima dell’intervento di Bonucci.
Il rischio corso rianima la Juve. Come detto prima, guai a svegliare il can che dorme… La squadra di Conte inizia a giocare con maggiore convinzione e trova la rete del vantaggio all’81 con un tiro di Vidal da quasi 30 metri che non lascia scampo a Gillet.
Una mazzata per il Toro che si scioglie come neve al sole ed inizia ad innervosirsi. Glik al ’90 confeziona la frittata e si fa cacciare com’era già successo nella gara d’andata ed in pieno recupero arriva il raddoppio juventino. Assist di Quagliarella su punizione di Pirlo e deviazione vincente di Marchisio che segna il suo ennesimo gol nei derby.
Finisce 2-0, vittoria meritata per la Juve ma forse eccessiva nel punteggio visto che il Toro ha retto bene e ha difeso la parità fino a ’10 dalla fine. Adesso per festeggiare la scudetto basterà pareggiare in casa contro il Palermo, mentre il Toro dovrà ancora lottare per essere sicuro della salvezza.
Andrea Magri