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Casa Pantoni e la “vicinanza” di Pellico con la moglie del boia

Da Alessandro Maldera

Aprile 18, 2013

Silvio Pellico conversava con la signora Pantoni?

L’avvocato genovese Giacomo Borgonovo, nel suo libro “Il patibolo, il carnefice ed il paziente: ventiquattr’ore di storia” (Genova, 1865 e 1868), descrive il suo incontro con Pietro Pantoni

Avvenne, nel mattino del 1° giugno 1865, nella casa del “capo esecutore”.

Questo il titolo del boia di Torino Pantoni in termini burocratici.

Borgonovo parla di un alloggio sul retro del Palazzo di Giustizia, in via San Domenico, all’ultimo piano, sopra la casa del capo custode.

Un piccolo appartamento solitario che ha le finestre, dalla parte della strada, munite dei tavolati che sono posti anche alle finestre delle prigioni, delle case di tolleranza, dei conventi di suore di clausura.

Casa Pantoni e la "vicinanza" di Pellico con la moglie del boia

Nella Torino del Risorgimento gli esecutori di giustizia, cioè i boia, con le loro famiglie abitavano in alloggi di servizio posti all’ultimo piano di un edificio dell’Amministrazione delle Carceri

Adiacente alle Carceri Senatorie di via San Domenico, con un lato affacciato su via delle Orfane, quindi dirimpetto al Palazzo Barolo, situato in via delle Orfane 7.

In tema di giustizia, è nota l’opera benefica della marchesa Giulia Colbert Falletti di Barolo che si prodigò a favore delle detenute, con l’allestimento del carcere modello delle Forzate e con l’istituzione dell’Opera Pia del Rifugio.

Ma questa è un’altra storia.

Qui vogliamo sottolineare come questo palazzo, appartenente ad una delle più ricche famiglie torinesi, aveva la “vista carcere”

Una situazione che oggi sarebbe sgradita anche a famiglie di posizione sociale assai più modesta di quella dei Falletti di Barolo!

Casa Pantoni e la "vicinanza" di Pellico con la moglie del boia

La vicinanza tra palazzo Barolo e l’abitazione del boia ha fatto nascere una “leggenda metropolitana” su Silvio Pellico.

Il bibliotecario e segretario dei marchesi di Barolo dalla finestra del suo studio al piano nobile del palazzo, conversava con la moglie del boia Pantoni.

Quest’ultima affacciata dalla finestra del suo alloggio nel Palazzo di Giustizia.

Vi è stato persino un signore – appartenente al volontariato culturale torinese – che, con coraggio, sosteneva di avere identificato il punto dell’alloggio dei Pantoni all’interno degli uffici del Palazzo di Giustizia, dopo il restauro del 1878!

Affermazioni improponibili ma quasi belle da credere, a riprova della grande disponibilità e nobiltà d’animo di Silvio Pellico.

Sempre meglio delle tante stupidaggini scritte su Pantoni abitante in via Franco Bonelli, che nella Torino Medievale si chiamava contrada dei Fornelletti: qui, al n. 2, la tradizione vuole che vi fosse la casa del boia.

a cura di Milo Julini

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende