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Torino al cinema: il film Santa Maradona

Da Alessandro Maldera

Aprile 18, 2013

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Nel 2001 Marco Ponti debutta con il suo film Santa Maradona

Lo stesso anno, il film Santa Maradona riscuote consensi nazionali ed internazionali. Non sarà il solo che Ponti ambienterà nella sua Torino. Qualche anno dopo, a proposito del film e della colonna sonora firmata Subsonica che accompagna i titoli di coda, Ponti esprime un pensiero che ne coglie l’essenza: “Se qualcuno mai mi chiedesse di che cosa parla davvero quel film lì, non avrei alcuna esitazione nell’affermare che tutto quello che c’è da dire si può riassumere in quelle poche parole: Tutto si perderà”.

I personaggi che conosciamo in questo film rappresentano una Torino giovane e sfortunata, ma anche viva, brillante e per alcuni versi sregolata.

Andrea Stranieri, interpretato da Stefano Accorsi, e il suo coinquilino Bart (Libero De Rienzo) sono due laureati in Lettere.

Per questo motivo, da una parte sono disillusi e critici nei confronti della società che sembra non avere un posto per loro e li rifiuta da dietro una scrivania, e dall’altra sono ottimisti e cercano di mettersi alla prova.

Santa Maradona: e a Torino tutto si perderà

Le loro conversazioni sono una delle parti più avvincenti del film.

Testa a testa e in un botta e risposta immediato, dimostrano un atteggiamento sia giocoso, ma anche ironico e cinico verso la vita. Vita che viene raccontata attraverso notizie tragicomiche lette sui giornali e sulle riviste.

Andrea ci viene presentato nella prima scena, durante uno dei suoi colloqui di lavoro fallimentari.

A differenza sua, Bart, che compare immediatamente dopo, vive una vita pigramente alternata tra un finto lavoro di critico letterario e uno zapping televisivo. Le sue massime di vita, sagaci e simpatiche, e il suo supporto ad Andrea, fanno di lui un amico ed un personaggio prezioso.

Nel discorso finale, quando l’ironia lascerà il posto a delusione, rabbia e frustrazione, sarà lui ad incitare Andrea a cercare di cambiare le cose e ad uscire da quell’appartamento, ormai ad entrambi troppo stretto.

Santa Maradona: e a Torino tutto si perderà
Santa Maradona: e a Torino tutto si perderà

Poi c’è la loro amica indiana Lucia (Mandala Tayde), che cerca disperatamente per tutto il film di farsi notare e di rivendicare giustizia nei confronti di un fidanzato scorretto e grottesco, di cui si ritiene innamorata. Lucia rappresenta la seconda figura femminile di questo film. È una ragazza schietta ma rassegnata alla sua subordinazione nei confronti degli uomini che popolano la sua vita.

Dolores, invece, interpretata dalla bellissima attrice piemontese Anita Caprioli e attrice anche nel film, si differenzia molto da Lucia, per la sua figura apparentemente ingenua e fiabesca. Dolores si scontra con Andrea per le vie di Torino.

Queste vie sono sempre attraversate di corsa, per fretta o per scappare da un furto. Vie di una città che vissuta per locali e negozi non ci appare collaborativa, ma popolata di commessi per lo più sgarbati e manager altezzosi e screditanti.

Non è un caso, infatti, se l’intera storia dei quattro ragazzi, sia cadenzata quasi ritmicamente da una scena, quasi sempre uguale, che ritrae Andrea rifiutato dopo un colloquio. Il disperato tentativo di trovare un lavoro e il suo immediato fallimento è un motivo che si ripete costantemente nel film, tracciando un ritratto sociale dei giovani laureati disoccupati, attuale più che mai oggi nel 2013.

Santa Maradona: e a Torino tutto si perderà
Santa Maradona: e a Torino tutto si perderà

Tuttavia, il filone centrale del film Santa Maradona è proprio la storia d’amore che nascerà tra Dolores e Andrea. Dopo quell’inaspettato scontro ad un angolo della città, da cui nascerà una relazione morbida e appassionata, in cui Andrea trova finalmente un significato e un obiettivo di vita.

Una città che non dà lavoro ma dà amore, è una città che si fa fatica a lasciare.

Da qui nasce la finale consapevolezza che alcune scelte fatte, per passione o per dovere, non possono più essere cancellate. Ciò non toglie che non si possa cercare di mettere le cose a posto. Dalla negatività ci si può lanciare verso un nuovo ottimismo, come ci suggerisce il fermo immagine finale, che trasmette la dinamicità di cui Andrea e Bart sono finalmente animati verso nuovi propositi.

Molti dialoghi di questo film avvengono con i personaggi seduti al tavolo di un bar, di un ristorante, su un divano o una panchina e l’inquadratura è spesso laterale. Osserviamo i loro profili parlare, discutere, conoscersi, baciarsi o litigare, pochi sono i momenti di silenzio. Quando non c’è dialogo, sono le musiche dei Motel Connection a riempire i vuoti, che con i loro suoni trasportano la macchina e i pensieri di Andrea attraverso Torino, espressione anche loro di una Torino giovane ed emergente.

La corsa del protagonista verso la ricerca di un obiettivo viene per tutta la storia ammorbidita da un’amore che sembra risolvere ogni cosa.

Purtroppo la tranquillità che si assapora durante il primo dialogo tra Andrea e Bart viene subito spezzata da una dichiarazione inaspettata. Catapultati tre settimane prima ricostruiamo la loro storia, ma già intuiamo che prima o poi tutto si perderà.

di Giulia Masoero Regis

P.S. : una volta finito il film, vi fermerete sicuramente a guardare i titoli di coda.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende