L’Accademia Albertina, orgoglio di Torino

L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino appartiene a quella fila di primati e tesori torinesi, più o meno nascosti agli occhi del pubblico.
Questa istituzione, unica Accademia statale sul territorio piemontese, ligure e valdostano, affonda le sue profonde radici nel 1678, quando Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, decise di fondare un polo di alta formazione artistica per pittori, scultori ed architetti.
Un momento saliente nella storia dell’Accademia è il 1833, anno della ricollocazione nella neoclassica sede attuale, nella oggi omonima via al civico 8.

Il trasferimento fu voluto da re Carlo Alberto e proprio da questi deriva il nome di “Regia Accademia Albertina” con cui l’istituzione è stata consegnata alla storia.
Tra le sue mura si sono avvicendati, sia come insegnanti che allievi, talenti di portata internazionale come Antonio Fontanesi, Giacomo Grosso o Felice Casorati. All’Accademia Albertina è anche presente una prestigiosa pinacoteca che racchiude capolavori mondiali tra cui spiccano opere di Filippo Lippi, dei fiamminghi Martin van Heemskerk e Cornelis de Wael, di Giuseppe Bagetti, Gaudenzio Ferrari, e le vedute di Michele Marieschi, allievo del Canaletto.
L’Accademia che oggi è in crescita costante, offre diplomi in pittura, scultura, scenografia, decorazione, grafica, nudo ed anche corsi singoli, creando di fatto un’ampia scelta formativa che spazia tra i canoni artistici e le più nuove forme creative, come il corso in Nuove tecnologie dell’Arte e Progettazione Artistica per l’impresa.

Dal 2002 al 2012 gli studenti sono passati da 590 a 1200, di cui oltre 250 stranieri, segno che l’Accademia Albertina non è considerabile solo come parte del passato di Torino, ma fondamento di un nostro grande futuro.
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