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Torino, casa dei Mods

Da Alessandro Maldera

Luglio 11, 2012

Avete una Vespa? Indossate giacche a tre bottoni e vi piacciono gli Statuto? Forse non ve l’ha ancora detto nessuno, ma siete dei Mods.

Non prendetelo come un insulto, anzi, portate con orgoglio questo titolo, simbolo di classe ed eleganza, ma al tempo stesso di valori innovativi.

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Bazzicando il sabato pomeriggio in Piazza Statuto, avrete forse notato un folto gruppo di ragazzi e ragazze dall’aspetto distinto e curato, intenti a chiacchierare seduti in sella agli scooter. Ecco, vi siete appena imbattuti nel cuore pulsante della comunità mod torinese.

La parola “Mod”, derivante dall’inglese “modernism”, identifica un movimento sociale londinese dei tardi anni ’50 per mezzo del quale le giovani leve della working class locale intendevano reagire alla borghesia, denunciandone l’elitarismo ed il razzismo verso la classe operaia e gli immigrati afroamericani.

Il primo obiettivo, allora come oggi, è quello di ribellarsi al sistema, ma dall’interno.

Per fare ciò, un requisito fondamentale era essere accettati, da qui il tema ricorrente dell’eleganza utilizzata per distinguersi dalla massa.

Il movimento si diffuse velocemente in Inghilterra prima ed in tutta Europa poi, strutturandosi attorno ad alcuni temi di base: stile nell’abbigliamento, utilizzo degli scooter e preferenza per un certo tipo di musica.

Dopo un primo revival sul finire degli anni ’70 con il quale i mods arrivarono sino in America, vi fu la terza ed ancora attuale ondata, iniziata negli ultimi anni dello scorso millennio e portatrice di alcune scissioni all’interno delle comunità, frammentatesi su filoni musicali diversi.

Torino, casa dei Mods

Per scendere a fondo nel mondo del Modernismo e sulle sue peculiarità più interessanti, ci avvarremo dell’esperienza di Andrea, fiero rappresentante del nucleo mod torinese.

Ciao Andrea quali sono le caratteristiche principali ed identificative del movimento di cui fai parte?

Il nostro simbolo per eccellenza è il Parka, un eskimo militare che storicamente ha ricoperto e ricopre tutt’ora la funzione di proteggere i nostri abiti eleganti negli spostamenti in scooter. Esteticamente parlando seguiamo il motto “Smart and clean”, elegante e pulito con il quale un profilo essenziale, lineare, ma allo stesso tempo di classe. Lo stile ha subito cambiamenti a seconda delle ondate. Semplificando, l’abito ideale è costituito da giacca a tre bottoni con abbottonatura alta e reverse stretti, a cui aggiungere eventualmente una tasca piccola sul lato destro.

I pantaloni sono egualmente importanti e curati nei minimi dettagli, a partire dalla totale assenza di pences e la riga della stiratura che si prolunga fino all’orlo, molto spesso a risvolto.

La cravatta è rigorosamente a nodo stretto con l’estremità più ampia comunque non superiore ai 5” e può essere sostituita senza problemi dall’ascot (punto anche qua) la pochette deve richiamare cromaticamente la camicia e quest’ultima deve avere un taglio slimfit per vestire perfettamente sul corpo. I mods non vestono però sempre da damerini e soprattutto d’estate, li si può ammirare con polo e jeans o addirittura t-shirt. Calzature: desert boot della Clarks, mocassini, o snickers old style, prevalentemente adidas nei suoi modelli “classic”.

E per quanto riguarda la musica e i famosissimi scooter?

I mods ascoltano due grandi generi di musica: quella “bianca” e quella “nera”. la prima racchiude l’R&B delle band inglesi dei ’60, il Beat, il Mod Revival, il ’79, fino ad arrivare ai giorni nostri col Power Pop e il Brit Pop. La seconda include invece il Soul, l’R&B della Motown Records, il Northern Soul (soul più ricercato inizialmente proposto nei club del nord dell’Inghilterra e per questo definito “Northern”), lo Ska, il Reggae e lo Ska 2tone. Rimanendo in Italia, gli Statuto la fanno ovviamente da padroni. Mezzo di locomozione fondamentale per i mods erano e sono tutt’oggi gli scooter, unico mezzo alla portata della working class; ammirando poi lo stile italiano, si creò il culto delle Vespe e delle Lambrette,personalizzate con specchietti e fari aggiuntivi sullo scudo, tanto per non passare inosservati.

Come sei entrato in contatto con lo spirito mod e cosa rappresenta per te?

Con i miei 30 anni rientro nella terza ondata degli anni ’90 e, citando Oskar (cantante degli Statuto), ti posso dire questo: “Mod non si nasce, non si diventa, ma si scopre di esserlo e lo si è per la vita”. Ho capito di esserlo attraverso la musica, imparando ad apprezzare alcuni generi come lo Ska ed il Northern Soul, gli Statuto. Ero anche colpito dall’estetica del movimento, aspetto in cui mi rivedevo al 100% e in ultimo, ma forse caratteristica più importante di tutte, nel loro modo di vivere la città, underground, ma con la voglia di ritagliarsi un luogo identificativo nella giungla metropolitana e farlo proprio.

Torino, casa dei Mods

È corretto dire che a Torino c’è una delle più grandi comunità mod d’Italia, insieme a Roma? Dove vi ritrovate e soprattutto a fare cosa?
Personalmente non me la sento di fare paragoni con altre “piazze mod”, ma Torino gode sicuramente della comunità più ampia, attiva e florida, forte di anno in anno di “nuovi acquisti” provenienti anche da altre parti d’Italia.

Piazza Statuto Mod ha una tradizione ormai trentennale, ma è in netta crescita la realtà ligure, quella dell’Emilia Romagna e con piacevole sorpresa anche a Milano sta rinascendo un bel gruppo di giovani mods vogliosi di farsi vedere e sentire.

Nello specifico noi mods di Torino ci ritroviamo tutti i sabato pomeriggio (ma spesso anche in settimana nelle ore serali) in Piazza Statuto, al civico 18 di Palazzo Paravia, punto di riferimento storico acquisito dagli anni ’80. A fare che?

Sembrerà riduttivo, ma a fare ciò che chiunque fa nel proprio salotto o seduto al bar: ritrovarsi e chiacchierare con gli amici. La differenza sostanziale è che per l’identità mod è importante essere presenti e farsi vedere in strada, è un fenomeno metropolitano e sempre lo sarà;  ci si raduna per parlare un po’ di tutto e per discutere le nuove iniziative e organizzare eventi, come per esempio i raduni e le serate.

Ecco, i raduni. Quando sono, dove, come e perché?

Ci sono due raduni in Italia: uno durante le vacanze di Pasqua a Rimini chiamato “The Italian Job”, organizzato dai pochi autoctoni, ma specialmente da un mod riminese, emigrato ormai da tanti anni a Londra e che per questo motivo richiama diversi stranieri; e uno l’ultimo weekend di settembre, il“Raduno Mod Italiano”, realizzato con la collaborazione di tutti i mods italiani a Marina di Ravenna.

Sono poi molto importanti alcune serate locali che negli anni si sono costruite una discreta fama nell’ambiente. Il “Flamingo” di Torino, l’ “Undergrund Blues” di Teramo, il “Maximum Speed  Mod Weekend” di Genova, l’ “Hot Barbeque” di Taranto e l’ “All Saints Mod Holiday” di Lavarone.

Esistono rivalità con altri gruppi? Anche a Torino?

Partendo dal fatto che se sei di Torino e sei mod non puoi che frequentare solo ed esclusivamente Piazza Statuto. Oggigiorno non ci sono rivalità particolari con altri gruppi.

Tradizionalmente acerrimi nemici dei mods sono i rockers, famosa è la battaglia tra le due fazioni in quel di Brighton nel ’64, per garantirsi la supremazia nel tessuto urbano inglese. In passato, e parlo degli anni ’80, quando la città di Torino era davvero una giungla e i controlli da parte delle autorità meno oppressivi, le rivalità e gli scontri con altre comunità ci sono stati e anche piuttosto decisi: ad esempio, negli anni dei “paninari”, i mods ebbero da dire con gli skaters che occupavano la loro zona e non sono da dimenticare gli scontri avvenuti tra punk e skinhead.

Siete politicamente schierati e con chi?

Il Modernismo è un movimento apolitico e fisiologicamente antitetico al razzismo. Non professa alcun credo politico e rifiuta chiunque lo voglia strumentalizzare col fine di fare politica. Ovviamente và da sé che ogni singolo abbia idee proprie.

Essendo comunque il modernismo un movimento che nasce dalla classe operaia, è difficile trovare un mod “berlusconiano”, ma ovviamente non è impossibile

Esiste una gerarchia nei mods?

Non esiste una gerarchia vera e propria, ma in ogni gruppo ci sono sicuramente personaggi che, per esperienza o carisma, godono di particolare autorità.

Diciamo che i più “esperti”, riconosciuti, “stilosi” e in vista sono le cosiddette “faces”, letteralmente “facce”.

Quali sono i caratteri più rappresentativi del Modernismo


Ora che abbiamo le idee più chiare sull’argomento Mods, a voi la scelta se aderire a questa filosofia di vita o…rimanere della vostra!!

Marco Parella

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende