Parkour: lo sport di strada che arriva dalla Francia

Balconi, ringhiere, muretti, panchine, dislivelli e tutto quanto nel panorama urbano può costituire un ostacolo o un semplice componente dell’arredo urbano per gli amanti del Parkour è invece un appiglio, il punto di un percorso per spostarsi in modo rapido e spettacolare.
La disciplina, nata nei primi anni ’80 nelle banlieue francesi prende le mosse dal metodo di allenamento delle truppe francesi creato da Georges Hébert e chiamato in suo onore hébertismo.
Parkour non è nient’altro che una variazione sul tema del più ortodosso “parcours”, che tradotto significa percorso.
Cresciuto a poco a poco grazie a internet e a canali di diffusione come Youtube il Parkour ha contagiato tutto il mondo, Italia compresa.
Nascono così i primi gruppi di traceurs e traceuses – cosi si chiamano i ragazzi e le ragazze che praticano questa acrobatica disciplina metropolitana – in diverse città italiane.
Anche all’ombra della Mole Antonelliana c’è una nutrita rappresentanza di giovani e giovanissimi che si esibiscono in piroette, salti, capriole ed evoluzioni su percorsi ricavati – come il Parkour vorrebbe – con quello che la città mette a disposizione.
Torino però è pur sempre città da primato e non poteva certo smentirsi in questo caso.
Nella riqualificazione, recentemente portata a compimento, della porzione di Valentino compresa tra il Giardino Roccioso e il V Padiglione il Comune di Torino ha deciso di installare una nuova struttura ed un percorso adatto ai bambini che ogni giorno frequentano il parco ma concepita soprattutto per il Parkour e per i ragazzi torinesi che ora possono finalmente contare su una casa per le proprie evoluzioni.
E chissà che i bambini che guardano con gli occhi sgranati questi curiosi personaggi che si infilano in varchi strettissimi, usano gli alberi come sponde e si esibiscono in salti mozzafiato non decidano di avvicinarsi al Parkour.
La Redazione di Mole24