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“Zona 30”, la soluzione al problema del traffico in città ?

Da Alessandro Maldera

Aprile 26, 2012

zona 30 Torino

Si chiama “Zona 30” ed è identificata pure da appositi cartelli stradali.
Altro non è che una prozione di città all’interno della quale il limite di velocità consentito alle automobili è di 30 km all’ora. Auto che marciano come bici, insomma. Un’idea che di primo acchito fa sorridere, in primis pedoni e ciclisti, ma che in realtà serve a rendere la circolazione più sostenibile e soprattutto sicura. Ed in effetti, numeri alla mano, gli incidenti sono diminuiti.
Per ora, Zona 30 abbraccia un’area residenziale e racchiude strade che abbiano una funzione di servizio per gli abitanti: accesso a case e negozi, mobilità interna pedonale e ciclabile. Oltre al ridotto numero di incidenti, un altro vantaggio consiste nel minor inquinamento acustico e ambientale. Nata in Olanda, l’idea che si sta diffondendo anche in in Spagna e trova qualche esempio in Italia, con Torino tra le città in assoluto precursori.

La Zona 30 di Torino si trova tra Santa Rita e Mirafiori Nord, nella parte interna del rettangolo disegnato da corso Siracusa, corso Orbassano, via Guido Reni e corso Sebastopoli. Istituita fra via Guido Reni e corso Siracusa, su tutta la fascia compresa tra corso Sebastopoli e corso Orbassano, è caratterizzata da porte di ingresso ben segnalate con delle strettoie e attraversamenti pedonali rialzati (o marciapiedi continui).

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Entrata in funzione nel giugno 2009, ha inanellato sin dagli esordi dati confortanti:
Velocità veicolari di punta: – 11 km/h in media (da 42 a 31 km/h), l’85% non supera i 39 km/h;
Traffico in ore di punta: – 15% in complesso, – 30% per i mezzi pesanti;
Sorpassi di un’auto che va a 30 kh/h: quasi scomparsi;
Incidenti: – 74% dei giorni di prognosi nel 2009-2010 rispetto alla media dei tre bienni precedenti;
Risparmio complessivo: 1,5 milioni di Euro sui 2 anni, di cui 500.000 solo di costi sanitari;
Rumore: – 2 decibel nelle strade interne (quasi dimezzato il livello di pressione sonora;
Giudizi negativi sul quartiere: passati dal 19% al 7% degli intervistati;
Soddisfatti della Zona 30: 68% dei giudizi.
(Sono numeri tratti da confronto tra le annate 2007-2008 e 2009-2010, resi noti nel marzo 2011 una volta completato il secondo anno di funzionamento della Zona 30. )

Il progetto è partito nell’ottobre 2007, quando la Città di Torino e la Circoscrizione 2 hanno partecipato al primo bando regionale per la realizzazione. Tra le 31 proposte progettuali presentate da vari comuni del Piemonte per ottenere un co-finanziamento regionale del 50%, il progetto della Circoscrizione 2 si è collocato al primo posto: consisteva in opere per 760.000 euro; in più, la Circoscrizione ha previsto di investire 50.000 euro su un programma specifico di verde e arredo urbano e un ulteriore programma per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Da segnalare l’entusiastica adesione trasversale del Consiglio di Circoscrizione.
Un anno dopo è stata terminata la costruzione di una mini-rotonda di moderazione del traffico; nel giugno del 2009, come detto, c’è stata l’inaugurazione.
Ora anche in altri quartieri si invoca una zona 30: da Vanchiglia a Sassi, passando per il Centro.
Per ora si parla di una “Zona 30 universitaria” in via del tutto sperimentale: inizialmente sarà realizzata da Corso Vittorio a Via Mazzini, un solo isolato.
Dopodiché, in caso di dati confortanti su diminuzione incidenti e problematiche legate alla condivisione degli spazi fra auto, pedoni e biciclette, si continuerà lungo l’intera direttrice di via San Massimo, via Montebello e Via St. Ottavio, via Calandra, da corso Vittorio al Lungo Dora.

R. G.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende