Lucio Dalla: il clarino che amava Torino, in bilico tra il jazz e la contestazione

“S’alza il sole sui monti E adesso sono a Torino” da L’operaio Gerolamo
Così si può cominciare a salutare Lucio Dalla, cantautore capace di unire i portici di Bologna con quelli di Torino e rivelare gli aspetti più veri della città durante la fase della lotta operaia e della contestazione degli anni ‘70, dopo aver esplorato in chiave personale anche i fiumi e la città di Roma qualche anno prima.
La città di Torino viene descritta in modo poetico nella canzone “Un’auto targata TO”:
“Questo luogo del cielo è chiamato Torino
lunghi e grandi viali, splendidi monti di neve
sul cristallo verde del Valentino
illuminate tutte le sponde del Po.”
E proprio alla città sono dedicati alcuni dei testi più intensi e di impatto, scritti da Roberto Roversi, ma interpretati con ispirata sensibilità da Dalla, senza abbandonare l’ironia, ma anzi facendone uno scudo per raccontare i mali della società visti in maniera semplice seppure a tratti cruda, che sfocerà più in là in viaggi più ampi che comprenderanno il cielo, gli angeli e un percorso spirituale e musicale, con un’evoluzione dai suoni jazz dissacratori e sperimentali delle origini verso una ricerca di nuove soluzioni e di impasti sonori tra parole poetiche e musiche di ampio respiro orientate alla melodia.
Vi era però nei testi anche una volontà di denuncia e nei confronti dei mali, delle contraddizioni e delle divisioni presenti, con un’attenzione particolare per gli ultimi che ancora oggi può farci interrogare, aspettando che qualcuno trovi il coraggio di portare avanti il discorso:
“Il paesaggio è un’Italia sventrata
dalle ruspe che l’hanno divorata.” – Un’auto targato TO
Un cantore di strada velato di jazz, sperimentatore totale, in bilico tra presente e passato, descritti in maniera ironica e geniale nella canzone omonima del 1973,Passato presente, con un fare che lo avvicina a ciò che contraddistinguerà poi Gaber con il teatro canzone:
“Il passato è la mia voglia di crescere in fretta. Il passato è un fuoco che brucia i pensieri. Il passato è un ragazzo che diventa uomo.
Il presente è un aratro che scava dentro il cuore in fretta. Il presente vola e nessuno può dire se è migliore o peggiore, perché la libertà è difficile e fa soffrire. Il presente è un fiume di sole con giovani vite”
e di anticipare con fare poetico i desideri, i sogni e le preoccupazioni per le nuove generazioni in Futura, riprendendo gli stessi concetti esplorati qualche anno prima in chiave ironica e spensierata con De Gregori in Cosa sarà, con concetti che peraltro suonano attuali anche oggi:
” cosa sarà che ti porta a cercare il giusto,
dove giustizia non c’è,
cosa ti spinge a comprare di
tutto anche se è di niente che
hai bisogno”
Luca Calderan