17/3/2011 – 17/11/2011:Torino capitale dei raduni

Centocinquant’anni di storia militare hanno sfilato per le strade di Torino, prima capitale d’Italia e culla per molte specialità del nostro esercito.
Con tutta probabilità i raduni militari saranno l’unica cosa di cui i torinesi si ricorderanno nei prossimi anni pensando alle celebrazioni per i 150 anni che proprio in questi giorni volgono al termine.
Anche perché, ad essere intellettualmente onesti e sinceri, non è che questi 150 anni dell’Unità italiana abbiano offerto poi molti momenti indimenticabili e chi ha visto anche solo in qualche foto quel che è stato Italia ’61 sa benissimo che il paragone è impietoso.
Si dirà che la crisi economica ha impedito di tributare un omaggio più pomposo ed è vero e si potrebbe aggiungere che più passano gli anni e più il sentimento di unità nazionale sembra diluito ed annacquato.
Dicevamo dei raduni e non possiamo che cominciare dal raduno per antonomasia, quello che più ha emozionato i torinesi, quello degli alpini.
Sarà perché le penne nere e tutto il corollario di allegria che si portano dietro non possono lasciare indifferenti, sarà perché è difficile trovare un torinese ma anche un solo italiano che risalendo i rami dell’albero genealogico non incontri un parente con la penna nera sul cappello ma l’adunata degli alpini è quella che, fra i dieci raduni, non verrà dimenticata tanto facilmente.
Per tre giorni Torino ha vissuto immersa in un gigantesco baraccone festante fatto di canti della tradizione, allegre bevute e caroselli con i più improbabili dei veicoli.
In mezzo l’esibizione delle Frecce Tricolori e il Giro d’Italia che è tornato ad omaggiare Torino.
Poi il grande giorno, 90mila penne nere di tutte le età, provenienti da tutta Italia e da quei paesi che hanno versato enormi tributi di sangue nelle due guerre mondiali hanno marciato sotto la MOLE in una maratona lunga 12 ore.

Un posticino nella memoria lo meritano anche i bersaglieri, altro vanto dell’esercito italiano, che a passo di corsa e con il piumetto sul cappello hanno lasciato ammirati migliaia di torinesi accorsi per vederli sfilare. Torino non ha voluto neanche perdersene uno dei possibili raduni, esagerando un po’ magari, e strappando anche quello dei carabinieri che essendosi svolto al nord già l’anno prima avrebbe dovuto tenersi in un’altra parte dell’Italia.
Più ridotti ma comunque amati i raduni dei granatieri di Sardegna, della Cavalleria, dell’aeronautica e di Assoarma. Ecco forse dieci raduni erano un po’ troppi ed è per questo che quelli di pompieri, sanità militare e polizia sono passati un po’ in sordina.
A ripensarci è un peccato perché i pompieri, ad esempio, avrebbero meritato ben più grande omaggio se non altro per quello che fanno tutti i giorni e per le condizioni spesso non ottimali in cui svolgono il proprio compito.
Ora non ci resta che aspettare altri 50 anni con la speranza che i festeggiamenti per i 200 anni dell’Unità d’Italia ci riservino qualcosina in più rispetto alle mostre sul made in Italy e alle marcette militari. Belle, per carità, ma l’Italia è molto altro ancora.
La Redazione di Mole 24