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Sorte incerta per l’ex grattacielo Rai. I proventi andranno a Roma?

Da Giulia Licari

Ottobre 16, 2019

ex grattacielo Rai

È ancora in bilico la sorte dell’ex grattacielo Rai, l’edificio di 19 piani e 72 metri di altezza, di fronte a Porta Susa a Torino.

Proseguono le trattative in Sala Rossa: l’obiettivo è quello di trattenere almeno una parte di quel che la Rai incasserà dalla vendita dell’ex grattacielo, la sua sede storica di via Cernaia fino al 2014. Sempre se venderà.

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Le ultime fonti, infatti, confermano la mancanza di compratori. L’asta, che partiva da 7 milioni di euro, è andata deserta e il palazzo al momento resta abbandonato.

Un colpo che vanifica gli sforzi della Rai ma anche del Comune, che negli ultimi due anni ha lavorato non poco per cercare investitori interessati a rilevare l’edificio e trasformarlo in un hotel.

Sorte incerta dunque per l’ex grattacielo Rai, un edificio nato nel 1966, con un’infinità di incognite, a cominciare dalle bonifiche necessarie per ripulirlo dall’amianto. A quanto pare, spese troppo ingenti da sostenere.

Ma ancora non è detta l’ultima parola.

Cosa succede se si trova un investitore?

Il punto è proprio questo. Se la Rai riesce a vendere l’edificio, i soldi saranno destinati alla ristrutturazione della sede principale di Roma.

Ma il Comune non si dà pace e rievoca gli accordi del 1956. Il quell’anno, il sindaco Amedeo Peyron diede l’area alla Rai a condizione che restasse a Torino. La vendita a un prezzo di favore (227 milioni di lire) prevedeva che, nel caso in cui si fosse cambiata destinazione d’uso, il Comune avrebbe potuto esigere la restituzione della cifra o chiedere indietro l’immobile.

Dato che l’edificio potrebbe essere, secondo i piani, riconvertito in un hotel o struttura ricettiva, Palazzo Civico in linea teorica potrebbe esercitare quell’opzione. Su questo le due fazioni del Comune sono d’accordo.

Ma non sarà facile, perché in fondo la Rai non ha alcun obbligo giuridico. Infatti, nel 2015 l’allora sindaco Fassino ha cancellato il vincolo sull’immobile. Resta da capire se la decisione di un sindaco possa cancellare una deliberazione di un Consiglio comunale. In sostanza, il Comune può solo negoziare. Oppure assistere a un altro pezzo che se ne va altrove.

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Giulia Licari

Laureata in Lingue e Culture per il Turismo, con un Master online in Comunicazione digitale, Web marketing e Social media management (SDB), attualmente sto frequentando il corso di laurea magistrale in Comunicazione, ICT e Media . Da sempre amante di Torino e appassionata di comunicazione web e Seo