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Il tragico incidente del 3 settembre 1989: perde la vita Gaetano Scirea

Da Alessandro Maldera

Settembre 03, 2014

gaetano scirea

In un incidente in Polonia, in una giornata di pioggia,  ha perso la vita il grande Gaetano Scirea. Per tutti Gai, il Capitano.

Una data e un nome che ai più significano niente, ma che a molti bianconeri dice tutto. Che, per molti bianconeri, è dietro, in quanto a ricordi drammatici, solo a quella maledetta sera dell’Heysel. In cui, peraltro, “Lui” era in campo.

“Lui” è Gaetano Scirea, l’indimenticato numero sei della Juventus.

Il numero sei.

Aveva lasciato il calcio, Gaetano, proprio l’anno prima. E una Juve attentissima alle sue bandiere lo aveva da subito messo al fianco di Dino Zoff a formare una straordinaria coppia di allenatore-ex allenatore campioni del mondo.

gaetano scirea
Il tragico incidente del 3 settembre 1989: perde la vita Gaetano Scirea

Il tragico incidente

L’incidente di Gaetano Scirea sembra quasi un racconto di fantasia. Una fatalità che però è costata la vita ad un campione indiscutibile nel calcio e e nella vita.

Erano andati, lui e altri, a osservare gli avversari della Juve in coppa Uefa, il Gornik Zabrze. Stavano tornando a casa, pioveva: dovevano andare all’aeroporto per tornare a Torino.

Poi una manovra azzardata (Scirea non era alla guida), un tamponamento, pure di poco conto. Ma in quella dannata automobile c’erano, così per “sicurezza”, tre taniche di benzina.

Inutile dire che presero fuoco e trasformano il veicolo in una trappola mortale, che si portò via un pezzo di Juve, e di cuore dei tifosi. E non solo loro: il filmato nel quale Sandro Ciotti ne annunciò la morte alla Domenica Sportiva è emblematico della tragedia.

 

Scirea alla Juve aveva dato tutto, e ricevuto altrettanto: inutile stare a ricordare la sua carriera. Basti dire una sola frase: in bianconero, Gai, ha vinto tutto. Tutto. E in Nazionale, semplicemente, i Mondiali.

Trentadue, i suoi gol in bianconero. E zero, ripetiamo, zero espulsioni. Dato che, essendo lui un difensore, in un’epoca fra l’altro in cui essere difensore era mestiere rude (chiedere a Gentile), ne testimonia la galanteria.

Ma cosa, la galanteria. L’onestà. Ma cosa l’onestà, l’unicità.

gaetano scirea

Perchè Scirea era, è stato, ed è unico.

Per la generazione dei nostri padri che ne hanno seguito le gesta e l’epopea, per la generazione dei figli, che se pensa al nome Scirea, deve immaginare qualcosa di più di una curva del Delle Alpi o di una via vicina allo stadio di Torino

Se si pensa a quel nome si deve, per forza, pensare a cosa sarebbe potuta essere la sua presenza nel mondo del calcio. Nel mondo della Juve, cui continuano a restare vicini la moglie Mariella (il volto e la madrina dei Club Doc bianconeri) e il figlio Riccardo.

Cosa avrebbe potuto fare, Gaetano Scirea. Cosa avrebbe potuto essere.

Ma non resta, purtroppo, che continuare a ricordarlo, e piangerlo, come il popolo bianconero e l’Italia fa da più di trent’anni.

Aggiornato al 14 ottobre 2020

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende