Mole24 Logo Mole24
Home » Storia » Storia chiesa di Santa Giulia di Torino: il 23 giugno 1866: viene ufficialmente aperta al culto

Storia chiesa di Santa Giulia di Torino: il 23 giugno 1866: viene ufficialmente aperta al culto

Da Alessandro Maldera

Giugno 23, 2018

La storia della chiesa di Santa Giulia a Torino è un interessante racconto di fede, arte e filantropia che ha radici nel XIX secolo. Questa chiesa, situata nel quartiere storico di Borgo Vanchiglia, è stata aperta al culto nel 1866 e da allora è diventata un simbolo di devozione religiosa e impegno sociale nella città.

La nascita della parrocchia di Borgo Vanchiglia

La chiesa di Santa Giulia nasce dalla necessità dei residenti di Borgo Vanchiglia di avere una parrocchia nel loro quartiere. Nel 1844, i cittadini si riunirono per decidere dove edificare la nuova chiesa che avrebbe dovuto sorgere in un’area caratterizzata dall’umidità del vicino fiume Po e dalla degradazione urbanistica.

Richiami Prodotti Italia App

La bonifica di Borgo Vanchiglia

Tuttavia, nel 1854 una grave epidemia di colera colpì Torino e portò alla bonifica di Borgo Vanchiglia, un’operazione necessaria per migliorare le condizioni igienico-sanitarie della zona. Questo evento rallentò la realizzazione del progetto della chiesa, che però non fu abbandonato.

La raccolta fondi e gli ostacoli burocratici

Dieci anni dopo la bonifica del quartiere, nel 1864, venne costituito un comitato per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione della chiesa. Nonostante gli sforzi dei cittadini e l’intervento dell’architetto Alessandro Antonelli e del re Vittorio Emanuele II, la situazione rimase bloccata a causa di numerose avversità burocratiche e logistiche.

Il contributo della marchesa Giulia Colbert Falletti di Barolo

Fu nel 1859 che la marchesa filantropa Giulia Colbert Falletti di Barolo, nota nel quartiere per aver soccorso gli ammalati durante l’epidemia di colera, decise di finanziare il progetto di edificazione della chiesa. La marchesa era interessata al benessere dei cittadini di Borgo Vanchiglia e alla loro spiritualità, dato che il quartiere era distante dalle chiese del centro storico.

La dedica a Santa Giulia

La marchesa ottenne dall’amministrazione comunale di Torino l’autorizzazione a dedicare la chiesa a Santa Giulia, vergine e martire cartaginese del V secolo morta in Corsica, alla quale era devota. Così, la nuova chiesa avrebbe portato il nome di Santa Giulia e sarebbe diventata un punto di riferimento di spirituale per i cittadini.

Il progetto e l’inizio dei lavori

La marchesa affidò il progetto della chiesa al giovane architetto Giovanni Battista Ferrante, che ideò un tempio in stile neogotico, una novità assoluta per Torino. Il 25 agosto 1862 iniziarono i lavori di costruzione, ma purtroppo la marchesa non poté vedere la chiesa completata, poiché morì due anni prima della conclusione dei lavori nel 1865.

Il finanziamento della chiesa

Per la realizzazione della chiesa, la marchesa donò la considerevole somma di mezzo milione di lire, mentre il Comune di Torino e il Comitato Vanchiglia contribuirono con 50mila lire ciascuno. Grazie a questo sostegno economico, il progetto potrebbe essere portato avanti e completato.

L’apertura al culto

Il 23 giugno 1866, la chiesa di Santa Giulia venne apertamente aperta al culto, diventando così una parrocchia per i cittadini di Borgo Vanchiglia. La dedizione della marchesa e il lavoro degli abitanti del quartiere avevano finalmente dato i loro frutti.

La sepoltura della marchesa

Inizialmente, la salma della marchesa venne tumulata al cimitero monumentale di Torino, ma nel 1899 venne trasferita nella chiesa di Santa Giulia, in segno di riconoscenza per il suo impegno nella realizzazione del luogo di culto.

Le spoglie del marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo

Nel 2013, anche le spoglie del marito della marchesa, Carlo Tancredi Falletti di Barolo, vennero tumulate all’interno della chiesa, ricongiungendo così la coppia nella loro opera di devozione religiosa e impegno sociale.

L’architettura della chiesa

Il progetto di Giovanni Battista Ferrante per la chiesa di Santa Giulia è caratterizzato dall’uso dello stile neogotico, con elementi architettonici tipici del periodo, come archi a sesto acuto, pinnacoli e ornamenti scultorei. La facciata, in particolare, presenta un imponente rosone e un portale strombato sormontato da una lunetta scolpita.

L’interno

L’interno della chiesa è a tre navate, con una copertura a capriate lignee e un presbiterio rialzato. Le pareti sono decorate con affreschi e le cappelle laterali ospitano altari dedicati a santi e beati. Tra questi, spicca l’altare dedicato a Santa Giulia, con una pala d’altare che raffigura la martire in preghiera.

La chiesa oggi

Oggi, la chiesa di Santa Giulia a Torino è un luogo di culto attivo e frequentato dai fedeli del quartiere di Borgo Vanchiglia e di altre zone della città. Le celebrazioni liturgiche e le iniziative pastorali sono curate dalla comunità parrocchiale, che si impegna a mantenere vivo il legame tra la storia della chiesa e le esigenze spirituali dei cittadini.

Restauro e manutenzione

In corso degli anni, la chiesa di Santa Giulia ha subito numerosi interventi di restauro e manutenzione, volti a preservare il suo patrimonio artistico e architettonico. Grazie a questi sforzi, la chiesa continua ad essere un simbolo di fede e bellezza per i torinesi e per i visitatori che svelano la storia di questo affascinante luogo di culto.

Conclusioni

La storia della chiesa di Santa Giulia a Torino è un esempio di come la fede, l’arte e il senso di comunità possono unirsi per creare un luogo di culto che, secoli dopo la sua fondazione, continua a essere un punto di riferimento per i fedeli e un tesoro artistico da scoprire e valorizzare.

Alessandro Maldera Avatar

Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende