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A Torino nacque la prima associazione animalista, grazie a Garibaldi

Da Deniele De Stefano

Giugno 07, 2016

Akita e Labrador

Giuseppe Garibaldi è senza alcun dubbio una figura cardine del Risorgimento italiano, nonché uno dei personaggi storici più importanti del XIX secolo

Chiacchierato, idolatrato, a volte discusso, è difficile essere indifferente nei confronti dell’Eroe dei due mondi.

Veterano di “mille” scontri, è curioso immaginarlo nei panni del paladino degli animali, eppure combatté (e vinse) la sua battaglia anche su quanto campo.

Nel marzo del 1871 la contessa Anna Winter scrisse ad un Garibaldi ormai sessantaquattrenne una lettera dove lamentava il trattamento spesso crudele che gli italiani riservavano a propri animali.

Nello specifico ai cavalli ed ai somari, utilizzati nella vita quotidiana come nel lavoro.

L’anziano generale, che già da tempo aveva sviluppato una coscienza che oggi definiremo animalista (anche riducendo al minimo il suo consumo di carne), si dimostrò tutt’altro che sordo alle richieste della nobildonna inglese che auspicava la nascita di un ente per la difesa degli animali.

Il primo Aprile inviò al suo medico personale, il dottor Timoteo Riboli, una missiva con la quale lo incaricava di istituire un’organizzazione che si occupasse del problema.

Era l’origine della Reale Società Torinese Protettrice Degli Animali

Giuseppe Garibaldi (1808-1882)

La prima sede fu nella centralissima via Accademia Albertina 29 a Torino.

Giuseppe Garibaldi, insieme alla contessa di Sutherland ricopre il doppio ruolo di fondatore e presidente onorario.

L’associazione resiste sino al 4 Aprile 1939, quando l’avvento del fascismo la trasforma in una società statale.

E così la inquadra come ente morale, ribattezzandola Ente Nazionale Fascista Protezione Animali (ENFPA);

Dopo la seconda guerra mondiale soltanto ENPA, l’ente Nazionale Protezione Animali (ENPA).

Oggi l’ENPA è la più grande onlus animalista della nostra penisola

Nei suoi archivi (oggi a Roma) conserva ancora la lettera indirizzata al dottor Riboli (considerato il più antico documento protezionistico d’Italia) oltre alla corrispondenza epistolare tra Garibaldi e lady Winter.

logo ENPA

L’amore per gli animali è certamente un aspetto meno conosciuto di uno dei maggiori protagonisti dell’unità d’Italia.

Ma anche una sfaccettatura particolarmente interessante, che ci restituisce la figura del grande condottiero in una dimensione più umana, in qualche modo più vicina a noi.

Non un soldato o un politico, ma un uomo sensibile che attraverso il rispetto per gli animali si propone di impartire una lezione morale:

“Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati da fatica o malattia, questa è la più bella virtù del forte verso il debole.”

Daniele De Stefano

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Deniele De Stefano

Nato e cresciuto a Torino, sono diplomato in informatica all’Itis Avogadro e laureando in lingue e letterature straniere presso l’università di Palazzo Nuovo. Amo moltissimo la mia città, ne sono orgoglioso, e mi piace mostrare agli altri cosa essa può offrire ed il motivo per cui le sono così legato.